Il premio Oscar Michael Moore è intervenuto parlando del delitto di Brian Thompson, amministratore delegato della compagnia sanitaria UnitedHealthcare. Moore ha condannato l’omicidio ma poi ha dichiarato: “La rabbia verso le compagnie assicurative sanitarie è giustificata al mille per cento”.
Nel corso della sua lunga carriera, il regista Michael Moore ha affrontato diversi temi legati al sistema politico ed economico degli Stati Uniti, evidenziandone tutte le contraddizioni e le principali criticità. Nonostante le critiche, in particolare per alcune idee e per la metodologia dietro ogni suo lavoro, Moore ha ottenuto una certa popolarità negli anni, ricevendo anche un premio Oscar per il suo documentario “Bowling a Columbine” (2002).
Di recente, Moore è intervenuto riguardo al delitto Thompson, un caso di cronaca di grande rilevanza mediatica attorno al quale orbita la figura del presunto assassino, quella di Luigi Mangione. “Dopo l’omicidio del CEO di UnitedHealthCare, la più grande di queste compagnie assicurative da miliardi di dollari, c’è stata un’immediata ondata di rabbia verso il settore delle assicurazioni sanitarie. Alcuni si sono fatti avanti per condannare questa rabbia. Io non sono uno di loro”, ha affermato Moore.
Moore ha poi dichiarato: “La rabbia è giustificata al mille per cento. È da tempo che i media se ne occupano. Non è una novità. Non ho intenzione di soffocarla o di chiedere alla gente di stare zitta. Voglio gettare altra benzina su quella rabbia”. L’omicidio di Brian Thompson ha riaperto il dibattito, attraverso il quale diverse persone si sono volute schierare per Luigi Mangione e per l’ideologia dietro il suo delitto. I social media, infatti, si sono infiammati rapidamente, elevando Mangione a vero e proprio eroe popolare.
Moore, già nel 2007, realizzava “Sicko”, un documentario con cui attaccava il sistema assicurativo sanitario americano, facendo un confronto con quello di altri Paesi occidentali. “La gente in tutta l’America non sta celebrando il brutale omicidio di un padre. Stanno urlando per chiedere aiuto, stanno dicendo cosa c’è che non va, stanno dicendo che questo sistema non è giusto e non può continuare. Vogliono punizione, vogliono giustizia, vogliono assistenza sanitaria”, ha affermato Moore a distanza di pochi giorni dall’omicidio.