
Dilaga il bullismo anche sui campi minori di calcio. 1.000 casi in due anni e 693 giorni di prognosi (foto Ansa-Blitzquotidiano, da un disegno di Emilio Vitelli)
Dilaga il bullismo. Dappertutto, ormai. Persino nelle categorie minori del calcio. Un dato inquietante: mille casi in due anni di giovani arbitri aggrediti. Il sito AIA (Associazione Italiana Arbitri) ha deciso di auto-oscurarsi proponendo una immagine anti violenza.
Le recenti immagini dell’arbitro ragazzino, il 19enne Diego Alfonsetti, inseguito da giocatori e tifosi su un campo siciliano, hanno scioccato tutti. I direttori di gara hanno accumulato in un paio di stagioni ben 693 giorni di prognosi.
L’anno scorso sono stati registrati 528 episodi con 376 giorni di prognosi acccertati. Quest’anno va peggio e i vari campionati sono ancora in corso. Già segnalati 571 casi (con 317 giorni di prognosi). Si tratta di episodi di violenza fisica e verbale. Fattacci che lasciano il segno.
L’AIA ha alzato la voce. “Questi episodi siano considerati reato penale”. Si fa largo l’idea di modificare l’articolo 340 del codice penale e inserire l’arbitro e i direttori di gara di tutti gli sport tra gli “operatori dei servizi di sicurezza complementari”, un po’ come sono gli operatori di Pronto Soccorso, in maniera tale che le lesioni nei confronti degli arbitri vengano punite con l’arresto da 2 a 5 anni. Basterà? Forse ci vuole dell’altro. Si tratta di una questione culturale e politica.

Fenomeno mondiale
Il bullismo allarma e soltanto adesso ci si rende conto delle sue dimensioni sociali e della gravità crescente. Basti questo dato Unicef, cioè il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (sede centrale a New York): circa un miliardo di bambine e bambini subisce qualche forma di violenza fisica, sessuale, psicologica o negligenza.
Il bullismo psicologico colpisce il 25,7% dei minori; l’esclusione sociale il 15,3%; la diffusione di pettegolezzi o menzogne il 19,5%. Avanza anche, sopratutto negli Stati Uniti tra gli studenti delle scuole superiori, una nuova forma di bullismo digitale; studenti che utilizzano l’intelligenza artificiale per creare immagini nude false di compagne di classe, diffondendole poi sui social.
Il messaggio ci sembra chiaro: la rabbia sotto traccia che si respira a scuola, tra insegnanti esauriti e alunni sempre più turbolenti, sottolinea la lontananza generazionale tra adolescenti e adulti. È il caso di cominciare a riparare i danni partendo, chesso’, dal mondo online oscuro, un mondo non difficile da raggiungere, tra chat ed emoji, culture tossiche e solitudini pronte ad esplodere come bombe. Tutte cose che spesso i genitori non vedono. Vanno coinvolti con sapienza e urgenza. Tempo da perdere non ce n’è più.
La tecnologia può aiutare
Lo dimostra il calcio colpito pesantemente dalla violenza. È corso ai ripari con una novità assoluta che sarà utilizzata nel prossimo mondiale di Club (14 giugno-13 luglio negli Stati Uniti). Gli arbitri saranno dotati di body-cam, cioè la telecamera applicata sul petto che applicherà la nuova regola per contrastare le perdite di tempo dei portieri. È un primo passo.
Lo ha annunciato la Fifa martedì scorso durante un seminario a Zurigo dedicato ai fischietti. L’esperimento potrebbe avere un seguito con diverse applicazion, in più campi. A quando una body cam per arginare la violenza anche sui campi minori? E nelle scuole?