Disarmate i carabinieri: così potranno smettere di difenderci. Come nel caso di Rimini a Capodanno.
Bisogna finirla con questa storia dei migranti che senza alcuna autorizzazione, vivono in Italia. Sono dei clandestini, insomma, e non si comprende perché non si riesca a risolvere un problema così urgente.
E’ difficile rimpatriarli, si risponde, perché è anche necessario il placet del paese da cui sono fuggiti. D’accordo, però non è possibile che non si possa trovare un escamotage per renderli almeno più innocui.
L’ultima notizia è di Capodanno, avviene a Rimini, dove un giovane egiziano, armato di coltello ha ferito quattro persone, di cui due in maniera piuttosto grave. Si è scagliato anche contro un carabiniere che ha reagito uccidendolo.
Carabinieri sotto accusa
Legittima difesa? Niente affatto, ora il militare è indagato perché è andato oltre i limiti della legge. Come si dice: “Un eccesso responsabile”.
Che cosa dovranno pensare oggi quei carabinieri che potrebbero essere a loro volta protagonisti di fatti altrettanto violenti? Forse sarebbe meglio tenersi lontani da questi episodi perché oltre alla vita, devi pure contrastare chi ti accusa di essere ugualmente un violento.
Il caso è emblematico, se ne potrebbero raccontare decine di eventi simili. Invece, si temporeggia, chi dovrebbe prendere decisioni aspetta, ha paura di essere considerato per lo meno un razzista.
C’è stato un periodo, politicamente diverso da quello attuale, che le frontiere sembravano essere un colabrodo. Guai ad evitare di accogliere i “clandestini”. Sono esseri umani, vanno salvati.
Giusto, però è anche vero che comportandosi così “amorevolmente”, si accolgono in Italia migliaia di individui che, senza né arte, né parte, finiscono con l’essere arruolati dalla delinquenza organizzata.
Clandestini e criminalità
Come manovali, s’intende, per un briciolo di pane ed un materasso dove dormire in terra durante la notte. In condizioni pietose dove l’igiene è solo e soltanto un optional.
L’Italia è un Paese vecchio, ha bisogno di queste persone che possono aiutare e far crescere la nostra economia, si dice. Certo, è vero, ma in primo luogo ci si deve rendere conto che nel Paese in cui vivi devi seguire norme e regole della Nazione in cui vuoi abitare.
Non è sempre così e il fenomeno dei clandestini si allarga fino ad essere quasi insostenibile. Diventando malavitosi (per necessità) questi poveri cristi fuggiti dal loro Paese delinquono e in molti casi finiscono nelle nostre galere stracariche di detenuti.
Almeno per questa circostanza il rimedio non dovrebbe essere di difficile soluzione. Un’alternativa la si può studiare ed attuare senza violare il principio della rieducazione, cardine di tutti i paesi civili. In che modo? Dovranno pensarci i nostri uomini del Palazzo, coadiuvati da una magistratura che per principio, non sia contro all’esecutivo e al Parlamento.
Si ha il timore di andare contro corrente, di non avere rispetto dell’integrazione. Ma questa non si deve confondere con un altro termine più preciso: la soggezione.
“Dalli al fascista”, si grida in questo caso. Ma tutti dovremmo tenere a mente le parole del grande Leonardo Sciascia: “Il più bel esemplare di fascista è quello del sedicente fascista dedito a dare del fascista a chi non lo è”. Indipendentemente da ogni discussione che finisce sempre in un battibecco politico, dovremo finalmente arrivare ad una conclusione. In carcere non ci deve andare chi non ha responsabilità, altrimenti si finisce con l’essere come quegli Stati che mettono in galera chi la galera non la merita. Cecilia Sala docet.