I corpi dei tre dispersi nell’esplosione al sito Eni di Calenzano (Firenze) sono stati ritrovati. Secondo le prime informazioni, due delle tre vittime sarebbero state individuate nei pressi della pensilina dell’area di carico. Il bilancio delle vittime accertate sale così a cinque, aggiungendo ulteriore gravità a una tragedia già devastante.
La testimonianza chiave e l’indagine sull’esplosione di Calenzano
Uno degli elementi cruciali per la ricostruzione dell’esplosione è la testimonianza di uno dei feriti, che è riuscito a salvarsi un attimo prima del devastante boato. Mentre si trovava nel piazzale, l’uomo ha notato una perdita di liquido vicino al cavo di alimentazione del carburante. In un primo momento aveva pensato si trattasse di acqua, ma l’odore inconfondibile del combustibile gli ha fatto intuire il pericolo imminente. Senza esitare, si è allontanato per dare l’allarme. Poco dopo, l’esplosione. L’uomo ha riportato solo una ferita al braccio, ma per gli altri presenti l’evento si è rivelato fatale.
Rilievi avanzati con il laser-scanner
Le indagini, affidate ai carabinieri del nucleo investigativo di Firenze e della compagnia di Signa, con il supporto dei vigili del fuoco, si concentreranno sull’utilizzo di un sofisticato laser-scanner. Questa tecnologia consente di effettuare rilievi tridimensionali che potrebbero rivelarsi fondamentali per identificare il punto esatto da cui è partita l’esplosione. Un dettaglio essenziale per chiarire la dinamica dell’incidente.
Il nodo principale dell’inchiesta sarà comprendere come e perché si sia verificata la perdita di carburante. Gli inquirenti dovranno accertare se tutte le norme di sicurezza siano state rispettate o se vi siano state negligenze. Questo aspetto sarà decisivo per attribuire eventuali responsabilità e fare luce su una tragedia che ha sconvolto la comunità.