Questa mattina verso le 10.30 è avvenuta una fortissima esplosione nel deposito Eni di Calenzano. La dinamica è ancora da chiarire. Un primo bilancio delle vittime parla di due morti, nove feriti e tre dispersi.
La prima vittima ad essere stata identificata è Vincenzo Martinelli, 51 anni, residente a Prato e originario di Napoli: aveva due figlie ed era autista di autocisterne. Forse l’altra vittima, sessantenne, era invece di Bientina, una cittadina del Pisano. Come loro, altri colleghi sul proprio autocarro stavano facendo rifornimento in mattinata per ripartire e cominciare la giornata. È per questo che quella di Calenzano rischia di essere ricordata come la strage degli autotrasportatori.
Il racconto di un testimone
“Stavo lavorando, ho sentito un boato e i vetri delle finestre sono schizzati sul mio volto provocandomi ferite alla fronte, per fortuna non gravi. Sapevamo che quest’area era pericolosa, ma non fino questi punto”. A parlare è Nicolas Magnolfi, 29 anni, un operaio che stava lavorando in un’azienda di prodotti chimici a 50 metri dall’incidente. Nicolas ha detto di essersi conto di “quanto era successo solo una volta che – spiega – ho visto il fuoco dappertutto e la nube di fumo. Poi sono subito scappato via”.
Le parole del sindaco
“Ho visto una scena impressionante – dice il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani – c’è una distruzione totale. Immagino chi era lì a lavorare ed era lì vicino o sotto le infrastrutture di ricarica, quello dev’essere apparso come un inferno. La situazione è indescrivibile. Noi sappiamo che stamani nell’azienda erano stati effettuati 35 accessi. Nel piazzale esterno dello stabilimento c’era stato un episodio di incendio di un’autocisterna diversi anni fa, ma fino a ieri all’interno non si erano mai verificati episodi di questo tipo”.
Fratoianni: “Gli incidenti sul lavoro sono strage di Stato”
La tragedia ha acceso anche delle polemiche politiche. “Quella che arriva dalla Piana fiorentina dopo l’esplosione all’impianto Eni di Calenzano – dice in una nota Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra – è una notizia straziante con il suo tragico bilancio di morti, feriti e dispersi. Alle loro famiglie va tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Ora è il momento dello sgomento, del dolore e del cordoglio. Ma questa strage di Stato non può continuare così: le tragedie sul lavoro continuano ad aumentare in maniera intollerabile. Così come occorrerà affrontare il tema dei livelli di manutenzione e di sicurezza dei tanti impianti ed aziende a rischio di incidenti rilevanti presenti nel nostro Paese. Perché sulla prevenzione non si può mai abbassare la guardia”.
Fratelli d’Italia: “A parlare sia solo il cordoglio”
“In queste ore drammatiche – si legge in una nota dei parlamentari toscani di Fratelli d’Italia – in uno scenario la cui terribile portata è ancora purtroppo da definire, ci stringiamo alle famiglie delle vittime e dei feriti dell’esplosione avvenuta questa mattina nella raffineria di Calenzano (Firenze). Grazie a tutti coloro che, ad ogni livello, sono impegnati per garantire assistenza non risparmiando aiuto. Questo è il momento del cordoglio e del dolore. Nessun’altra parola dovrebbe aggiungersi in questo terribile frangente”.
L’eurodeputato Torselli (Fdi): “Da Pd e M5s sciacallaggio su tragedia”
“Sciacalli politici – dice l’eurodeputato fiorentino di Fratelli d’Italia Francesco Torselli chiamando in causa esponenti del Partito democratico e del Movimento 5 stelle -. Non esistono altre definizioni per chi, di fronte ad una tragedia come quella accaduta a Calenzano, pensa a strumentalizzare l’accaduto per la propria propaganda politica”.
E ancora: “Mentre i soccorritori, collaborando con Comune e Regione – entrambi guidati peraltro dal Partito democratico – si prodigano in maniera impeccabile per salvare vite e limitare i danni, alcuni politici in cerca di visibilità scelgono la strada più vergognosa per far parlare di sé. Mi chiedo cosa passi nella testa a quei parlamentari del Pd e del Movimento 5 stelle, come i toscani Furfaro e Quartini, i quali, mentre non conosciamo ancora il numero delle vittime e dei feriti gravi che si trovano in codice rosso, se ne escono per puntare il dito contro il governo chiedendo un immediato e insensato passaggio parlamentare. Immagino che il governo relazionerà in aula – come probabilmente lo farà il governatore Giani in consiglio regionale – quando gli organi competenti avranno accertato le dinamiche della tragedia e quando, soprattutto, sarà terminata la conta delle vittime, dei feriti e dei dispersi. Chiederlo oggi è semplicemente vergognoso”.