Diverse settimane fa si è parlato molto di Wicked, il film campione d’incassi uscito lo scorso 21 novembre. Quello che ha fatto più discutere, però, non è il film ma la distribuzione delle bambole ufficiali create dalla Mattel. A quanto pare, infatti, molte delle confezioni contenevano un particolare link che rimandava a un sito a luci rosse, non esattamente materiale adatto ai bambini. Una madre, negli Stati Uniti, ha fatto causa all’azienda di giocattoli.
Mattel, leader nel settore dei giocattoli con prodotti come Barbie e Big Jim, ha commesso un errore piuttosto imbarazzante. Come detto, infatti, per la promozione del film Wicked, l’azienda ha rilasciato le bambole ufficiali, contenute in un’apposita confezione in pieno stile Mattel. Nelle settimane scorse, però, più di qualcuno si è reso conto che sulle confezioni compariva un link. Nulla di strano, se non fosse che rimandava a un sito, uno a luci rosse, non proprio adeguato per i più piccoli, ai quali oltretutto è destinato questo prodotto.
Il link avrebbe dovuto rimandare alla pagina ufficiale del film Universal ma pare ci sia stato un errore di stampa. Qualcosa è andato storto, insomma, e la Mattel si è prontamente scusata: “Siamo profondamente dispiaciuti per questo errore e stiamo prendendo misure immediate per rimediare alla situazione. Invitiamo i genitori a fare attenzione, poiché il sito indicato per errore non è adatto ai bambini.”
Molti rivenditori si sono ritrovati costretti a ritirare questo prodotto dagli scaffali. Diversi collezionisti, al contrario, hanno già messo in vendita online le bambole con l’errore originale, chiedendo poi cifre molto elevate su Ebay.
Nonostante le parole della Mattel, attraverso le quali si scusava per l’imbarazzante errore, una madre negli Stati Uniti ha deciso di fare causa all’azienda. Holly Ricketson ha affermato di aver acquistato una bambola di Wicked per sua figlia. La bambina ha poi visitato un sito web di intrattenimento per adulti tramite il link incriminato sulla confezione. Entrambe sono rimaste profondamente turbate dalla spiacevole scoperta.
L’azienda è stata quindi citata in giudizio. Con la causa di Holly Ricketson, e una vera e propria class action sulla vicenda, all’azienda è stato chiesto un risarcimento di 5 milioni di dollari per chiunque negli Stati Uniti abbia acquistato le bambole con il link sbagliato. La Mattel è stata accusata di negligenza, di vendita di prodotti non idonei e di violazione delle leggi della California a tutela dei consumatori.