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Francesco Schettino chiede la semilibertà, l'avvocato: "Mi auguro vinca il diritto" (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Domani, martedì 4 marzo, Francesco Schettino potrebbe ottenere la semilibertà. L’ex comandante della Costa Concordia, condannato a 16 anni di reclusione per il naufragio avvenuto presso l’Isola del Giglio, si presenterà davanti al tribunale di Sorveglianza di Roma. Sarà questa l’udienza decisiva per valutare la richiesta avanzata dal suo legale, Paola Astarita, dopo che il condannato ha maturato i termini necessari per accedere a misure alternative al carcere. “Io mi auguro che vinca non il mio assistito, ma il diritto”, ha dichiarato l’avvocato all’ANSA, sottolineando la speranza che la giustizia segua il proprio corso.
La condanna e la detenzione
Schettino è detenuto nel carcere di Rebibbia dal 13 maggio 2017, in seguito alla sentenza definitiva che lo ha riconosciuto colpevole di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo e abbandono della nave. Il tragico evento del 12 gennaio 2012 costò la vita a 32 persone, molte delle quali intrappolate a bordo dopo l’impatto della nave con gli scogli a ridosso dell’Isola del Giglio. L’incidente divenne tristemente noto anche a livello internazionale, complice la manovra dell'”inchino” che portò il gigante del mare troppo vicino alla costa.
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L’arresto e il processo
L’ex comandante venne arrestato il 16 gennaio 2012, a pochi giorni dal disastro, e inizialmente posto ai domiciliari. Il giorno successivo alla sua cattura, fu diffusa la celebre telefonata con il capitano della Capitaneria di Livorno, Gregorio De Falco, in cui quest’ultimo intimava a Schettino il famoso ordine: “Vada a bordo, c….”.
Nel luglio 2012 gli furono revocati i domiciliari, sostituiti con l’obbligo di dimora a Meta di Sorrento. Il 20 dicembre dello stesso anno, con la chiusura delle indagini, Schettino risultò tra gli otto imputati, accusato di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di incapaci e omessa comunicazione dell’incidente. Il processo portò a cinque patteggiamenti tra i coimputati, mentre il comandante fu condannato nel 2015 a 16 anni di carcere, pena poi confermata in appello e Cassazione.
La detenzione e la richiesta di semilibertà
Da quando è in carcere, Schettino ha mantenuto una condotta che gli ha permesso di ottenere alcuni permessi premio e di svolgere attività lavorative all’interno dell’istituto penitenziario. Dal 2020, inoltre, è impegnato nella digitalizzazione di alcuni processi.
Il suo legale ha presentato richiesta di semilibertà, e il tribunale di Sorveglianza ha già rinviato quattro volte la decisione per ulteriori approfondimenti. Martedì prossimo potrebbe arrivare la tanto attesa sentenza. Se concessa, la misura permetterebbe a Schettino di lasciare il carcere durante il giorno per svolgere un’attività lavorativa esterna. “Quello che possiamo fare è aspettare con fiducia”, ha commentato l’avvocato Astarita, in attesa della decisione che potrebbe cambiare il destino dell’ex comandante della Costa Concordia.