Una maestra di una scuola elementari di Bari è stata condannata a 7 anni e 3 mesi di reclusione dal Tribunale per aver adescato minorenni sui social network e tramite chat. La condanna include anche una multa di 75.000 euro. L’insegnante, accusata di aver avuto rapporti sessuali con i ragazzi in un B&B del centro città, ha visto il suo caso attirare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. La Gazzetta del Mezzogiorno ha riportato dettagli sull’accaduto, evidenziando la gravità delle accuse e le implicazioni per la comunità scolastica e locale.
L’insegnante, conosciuta dai bambini come “zia Martina”, sfruttava il suo ruolo per adescare e coinvolgere i minori in attività sessuali. I rapporti illeciti avvenivano in un B&B, dove la donna si riprendeva durante gli atti. La situazione è emersa grazie alla vigilanza dei genitori degli alunni, che, dopo aver scoperto le azioni inappropriate, hanno denunciato l’insegnante alle autorità competenti. La Gazzetta del Mezzogiorno ha riportato dettagli cruciali su come i genitori siano intervenuti tempestivamente per proteggere i loro figli.
Dopo l’arresto, la maestra è stata posta agli arresti domiciliari e sospesa dal suo incarico in una scuola del Nord Italia. Il Tribunale ha imposto severi divieti, inclusa l’interdizione dai pubblici uffici e da qualsiasi incarico nelle istituzioni educative o strutture frequentate da minori. Inoltre, la donna non potrà avvicinarsi a luoghi frequentati da giovani né svolgere lavori con contatto abituale con minorenni per un anno dopo aver scontato la pena. Questo caso evidenzia l’importanza di misure di protezione rigorose e della vigilanza costante per prevenire e contrastare comportamenti predatori nel contesto educativo.
In Tribunale la donna ha dovuto rispondere di due episodi di produzione di materiale pedopornografico e di una presunta vicenda di corruzione di un minorenne. Il Tribunale, inizialmente, aveva disposto una condanna di 4 anni. Ma ora ha disposto nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni e strutture pubbliche e private frequentate da minori, oltre alla misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minorenni per la durata di un anno dopo aver scontato della condanna. L’imputata è stata assolta “perché il fatto non sussiste” da una ulteriore contestazione di corruzione di minorenne, relativa ad un presunto video di natura erotica con un adolescente.