Alessandro Impagnatiello ha fatto di tutto per farsi scoprire. Lo hanno detto i suoi avvocati in Aula durante il processo a carico dell’ex barman per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di sette mesi e uccisa con 37 coltellate nella loro abitazione a Senago nel Milanese. Tra gli “errori” evidenziati dai legali, anche una “condotta post-omicida totalmente sconnessa, con continui spostamenti di cadavere”.
Le parole degli avvocati
Impagnatiello, secondo l’avvocato Giulia Geradini, avrebbe commesso “errori madornali”, una “condotta grossolana posta in essere dopo l’omicidio che mal si concilia con questa immagine di scacchista, pianificatore e stratega”.
L’avvocato Samanta Barbaglia, che difende Impagnatiello insieme alla collega, ha poi parlato di una “occasionalità preponderante, come se – ha detto – il destino gli avesse teso un tranello”. La difesa esclude quindi che vi possa essere l’aggravante della premeditazione, così come anche quella della crudeltà: “Questa si ha quando c’è una manifestazione di particolare aggressività, una condotta eccedente. Ma la condotta in questo caso è unitaria perché questi colpi si susseguono con continuità. Non ci sono segni di difesa e ha perso tanto sangue in maniera velocissima”.
I difensori hanno chiesto l’esclusione delle aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dei futili motivi, e di riconoscere le attenuanti generiche da bilanciare con l’unica aggravante residua, cioè quella dell’aver ucciso la convivente. Sono queste le conclusioni dell’arringa difensiva, durante la quale è stato più volte sottolineato che l’omicidio di Giulia Tramontano “non è stato premeditato”, perché ci sono state “condotte successive caratterizzate da improvvisazione, azioni maldestre piene di buchi. Sembrava quasi che, compiendole, Alessandro dicesse ‘scopritemi'”.
Sostenendo che gli dovrebbero essere riconosciute le generiche, i legali hanno poi ricordato che “il 31 di maggio è Impagnatiello che dice dove è nascosto il cadavere, consegna addirittura il suo cellulare senza neanche cancellare la cronologia delle ricerche o chat. Lo consegna in maniera collaborativa”. E ancora: “Ha fatto di tutto per farsi scoprire”. A quanto ha osservato la difesa, l’ex barman è anche “schiacciato dal senso di colpa” e c’è in lui “un semino della redenzione”.