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Guerra in Medio Oriente, la DIRETTA. Raid israeliano contro un ospedale nel centro di Gaza, almeno 3 morti

Almeno tre persone sono state uccise e altre 40 sono rimaste ferite in un raid aereo israeliano contro un ospedale nel centro di Gaza dove si rifugiavano i palestinesi sfollati. lo ha reso noto l’Ufficio stampa del governo di Hamas, come riporta la Cnn. Secondo il gruppo filo-iraniano, si tratta della settima volta che il campo all’interno dell’ospedale al-Aqsa di Deir al-Balah viene colpito da gennaio.

Secondo Israele invece, si è trattato di un “attacco mirato” contro terroristi di Hamas che operavano all’interno di un centro di comando e controllo situato nell’ospedale. Lo rende noto su Telegram l’esercito (Idf), aggiungendo che “il centro di comando e controllo veniva utilizzato dai terroristi di Hamas per pianificare ed eseguire attacchi terroristici contro le truppe dell’Idf e lo Stato di Israele”.

LA DIRETTA

9.37

“Non è la prima volta che Israele prende di mira i caschi blu. L’obiettivo è sostituire Unifil con una missione multinazionale più accondiscendente con in piani dello Stato ebraico”. E’ la lettura di Salman Hareb, portavoce di Hezbollah per il Sud del Libano, intervistato dalla Stampa. Per Hareb “l’escalation a cui stiamo assistendo non è iniziata il 7 ottobre 2023, ma molto prima. Risponde a un progetto degli israeliani di creare un nuovo Medio Oriente. Il primo tentativo risale al 2006 – dice – con la precedente invasione, fallita. Ora sta accadendo di nuovo. Il progetto è chiaro, creare insediamenti nel Sud del Libano, come a Gaza, e replicare il modello che da anni stanno attuando in Cisgiordania. È il nuovo ordine mediorientale voluto da Netanyahu”. In cosa consiste? “Il progetto di creare una ‘zona sicura’ e impossessarsi del territorio libanese, svuotando le città e i villaggi di confine, con il pretesto di neutralizzare Hezbollah – risponde Hareb -. Progetto che si dimostra ogni giorno più difficile”.

9.20

“Non credo proprio che sia intenzione di Israele radere al suolo le basi di Unifil e ucciderne i militari. L’Ucei ha espresso vicinanza e solidarietà ai miliari italiani. Comprendiamo la missione di Israele e siamo preoccupati per i militari di Unifil perché sono in pericolo a causa di Hezbollah che si fa scudo di postazioni Onu e persegue obiettivi di terrore. L’augurio è che la situazione si possa presto risolvere”. Così, in un’intervista alla Stampa, Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica di Roma. Per Fadlun “Israele cerca solo di sopravvivere e difendersi. Mettere sullo stesso piano l’unica democrazia del Medio Oriente e i terroristi è l’equivoco in cui cercano di farci cadere, un tranello da evitare”. “Questa guerra Israele la subisce – sottolinea Fadlun – È una guerra per la sua sopravvivenza. Iran e i suoi alleati vogliono la completa distruzione di quella che definiscono l’entità sionista, lo Stato che non riconoscono e di cui non accettano nemmeno di pronunciare il nome”.

9.19

“Non è il segretario generale dell’Onu che decide se le truppe dell’Unifili devono restare in Libano ma il Consiglio di sicurezza, quindi si smetta di attaccare Guterres”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue, Josep Borrell, arrivando al Consiglio Esteri del Lussemburgo precisando, inoltre, che non c’è accordo tra i 27 sull’embargo di armi a Israele, dato che alcuni Paesi chiedono di “aumentare” le consegne e non ridurle.

8.04

Un razzo lanciato dal Libano è caduto in una zona aperta e disabitata di Israele, dopo che le sirene antimissile sono risuonate a Haifa. Lo fa sapere l’Idf, l’esercito israeliano, citato da Ynet.

7.38

Hezbollah ha affermato di aver sparato colpi di artiglieria contro forze israeliane che tentavano di infiltrarsi in territorio libanese. “Durante un tentativo di infiltrazione da parte di truppe di fanteria nemica in territorio libanese” vicino al villaggio di Markaba, le forze di Hezbollah hanno sparato loro contro “colpi di artiglieria”, mentre hanno lanciato razzi contro soldati nemici in altre zone, compresa quella di Lebbouneh, sempre nel sud del Libano, recita il comunicato dei miliziani filoiraniani libanesi.

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