Ha un lavoro a tempo indeterminato e uno stipendio fisso, quindi, sulla carta, è un candidato ideale per ottenere un contratto d’affitto. Eppure è dall’inizio dell’anno che sta cercando disperatamente un alloggio a Modena, ma senza risultati. E i motivi sono il colore della sua pelle e la sua religione. Sghaier Ben Abdallah, benzinaio di 48 anni, tunisino che da più di vent’anni vive nella città emiliana, ha raccontato la sua storia alla Gazzetta di Modena.
Senza una casa da inizio anno
Attualmente Sghaier vive con sei coinquilini e vista la sua situazione economica, che deriva da un lavoro fisso e una situazione economica stabile, vorrebbe un posto tutto per sé. La sua ricerca è cominciata all’inizio del 2024, ma nella sua esperienza, che riguarda ormai una settantina di appartamenti, succede sempre che i proprietari arrivano a un rifiuto.“Me lo fanno capire velocemente che non sono ben accetto – dice – e non si fanno mai scrupoli a dire apertamente che è perché non sono italiano, con risposte come ‘non ci fidiamo degli stranieri’. Appena capiscono che sono nero – racconta al giornale – mi domandano subito se sono anche musulmano. Io lo sono e non vedendoci niente di male lo dico anche ai proprietari. Ad aprile al telefono mi è stato detto che non volevano musulmani in casa. È stato davvero avvilente”.Sghaier immaginava che la ricerca di un appartamento fosse complicata, anche perché Modena vive un’emergenza abitativa come moltissime altre città, ma non fino a questo punto. “Sto cercando – dice – un appartamento di medie dimensioni, non ho particolari preferenze sulla zona e nemmeno pretese particolari, come un terrazzo o qualche camera in più di quella che mi serve”. Di solito, è ancora il suo racconto, la maggior parte dei proprietari tronca però subito la conversazione quando vede che il nome del suo account non è italiano. E molti sono ancora più espliciti dicendo frasi come “la nostra casa è disponibile solo agli italiani”.
La sistemazione temporanea
Da poco è riuscito a trovare una sistemazione temporanea alla Casa dei Colori di Modena, una struttura alberghiera dotata di 33 camere singole con bagno privato dove gli inquilini condividono la cucina e la lavanderia a gettoni. Ma la ricerca continua. “Spero di non dover più sopportare le umiliazioni del passato – conclude – Se i prossimi proprietari di case dovessero trovarmi dei difetti spero non sia per il colore della mia pelle o la mia religione”.