Ultimi arrivati di una disinvolta compagnia: i furbetti della scuola. Compravano lavatrici e frigoriferi con il bonus insegnanti. Truffe a gogò, in grande abbondanza.
E così dopo i pionieri del quartierino e quelli del cartellino, si sono sveltamente accodati i furbetti del Reddito di cittadinanza, della 104, della NASpl , cioè gli assenti dal lavoro senza giustificazioni, svelti ad intascare illegittimamente, dopo il licenziamento, l’indennità di disoccupazione mensile.
E l’INPS Babbo Natale paga. E non dimentichiamoci dei furbetti del “preconto”, i cosiddetti furbetti dello scontrino fasullo, quelli che al ristorante non battono la ricevuta manco se ti metti in ginocchio ma scrivono il conto, rigorosamente stampato, come se lo avesse battuto la cassa. Naturalmente è una patacca, di fiscale non ha niente.
È appunto il pre-conto che viene portato al tavolo clienti. Ora sono saliti alla ribalta i furbetti della scuola. Tira aria che di furbetti ce ne siano altri.
Sembra inevitabile. La Finanziaria ci sta pensando. La riunione al ministero con i sindacati chiarirà il taglio al bonus sulla formazione degli insegnanti; bonus di 500 €, di solito disponibile a settembre, ma non ancora elargito. Gatta ci cova.
La misura era stata voluta dal governo di Matteo Renzi nel 2015 per formare gli insegnanti. Un ammontare che in 9 anni ha raggiunto quota 3,437 miliardi di spesa pubblica. Ora la scoperta di numerose truffe, da parte della finanza, fatalmente conduce ad una riduzione della cifra da 500€ a poco più di 400. Taglio peraltro già ventilato ai tempi del governo Draghi.
Ma come tutte le cose di questo Paese dai tagli si è passati addirittura ad una estensione del beneficio, esempio ai precari. Oggi che di soldini in cassa ce ne sono pochi, c’è il rischio che nel tempo questo bonus sia destinato addirittura a sparire.
Troppi i verbali della Guardia di Finanza e della Consap che fotografano una situazione spiacevole: da Venezia a Firenze, da Macerata all’alto Lazio. Gli acquisti destinati realmente alla formazione sono stati solo il 3,08%. Solo lo 0,3% e’ stato utilizzato in corsi di formazione coerenti con il piano per la formazione dei docenti.
I furbetti della scuola hanno infilato trucchi di ogni genere. Ci si chiede: come è stato possibile acquistare elettrodomestici se la legge lo escludeva? Calma, fatta la legge trovato l’inganno. Lorsignori acquistavano un bene regolarmente previsto, e poi lo restituivano qualche giorno dopo lamentando un malfunzionamento.
In questo modo il negoziante era costretto a emettere un buono di pari valore non vincolante che veniva destinato per acquistare costosi elettrodomestici. E quanto emerge dal report dettagliato di Felice Manti. La domanda è: d’accordo, gli esercizi commerciali potevano essere complici del giochino, ma i controlli dov’ erano?
Diciamo la verità: i controlli della Consap – società in house partecipata al 100% dal Mef- sono stati nulli. E così è nato il bazar della Carta docenti. Interrogativo d’obbligo. La Carta dei docenti chiuderà per sempre?
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