Il progetto del Liceo Made in Italy, introdotto dal governo Meloni con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza italiana, ha incontrato il primo ostacolo. Dopo un flop di iscrizioni, il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere il parere sul regolamento che definisce il quadro orario e i risultati di apprendimento per il nuovo percorso scolastico. La Sezione Consultiva per gli Atti Normativi ha espresso diverse perplessità, sollevando dubbi sulla procedura seguita dal Ministero dell’Istruzione e sulla chiarezza dell’offerta formativa.
Il Consiglio di Stato ha sottolineato l’incompleta attuazione della procedura istruttoria, poiché il Ministero non ha prodotto il parere della Conferenza Unificata, necessario per l’avvio del nuovo liceo. La Sezione ha inoltre richiesto maggiore chiarezza sulla struttura ordinamentale e organizzativa del Liceo Made in Italy, ponendo l’accento sulla necessità di rivedere il rapporto tra l’approfondimento delle competenze e lo sviluppo delle abilità. Un altro punto critico è stato sollevato in merito alla Fondazione “Imprese e Competenze per il Made in Italy”, incaricata di sostenere l’ampliamento dell’offerta formativa, con richieste di maggiore chiarezza su cosa si intenda per “potenziamento” e “ampliamento”.
Sul fronte dei costi, il Consiglio di Stato ha evidenziato come nella relazione tecnica non si specifichi chiaramente che il nuovo liceo non comporterà ulteriori spese per la finanza pubblica, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità economica dell’iniziativa.
Nonostante la sospensione del parere, il ministro Adolfo Urso, responsabile per le Imprese e il Made in Italy, ha rassicurato sul fatto che il Liceo Made in Italy continuerà il suo percorso, indicando che la questione riguarda solo il piano triennale successivo e non i corsi già avviati. Anche il ministero dell’Istruzione e del Merito ha minimizzato l’accaduto, definendo il parere del Consiglio di Stato “interlocutorio” e non definitivo, sottolineando come il parere della Conferenza Stato-Regioni sia favorevole.
Tuttavia, le opposizioni e i sindacati non hanno perso l’occasione per attaccare. Aurora Floridia di Alleanza Verdi e Sinistra ha criticato la fretta con cui il governo ha introdotto il nuovo indirizzo di studi, evidenziando la necessità di una pausa di riflessione per evitare un fallimento. Anche la Flc Cgil ha espresso dure critiche, sottolineando come il progetto sia stato imposto senza il dovuto coinvolgimento degli organismi di rappresentanza del mondo della scuola.
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