Maestri di sci fortunati: per i corsi di attività sportiva invernale – ricorda FiscoOggi, la webzine dell’Agenzia delle Entrate – l’emissione della fattura non è obbligatoria, salvo richiesta del cliente e sempre che la prestazione non rientri in un regime di esenzione.
Il maestro di sci fattura solo se glielo chiede il cliente
A stabilirlo è il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 22 novembre 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 4 dicembre 2024.
“Si ricorda che l’articolo 22, comma 1, del Dpr n. 633/1972 prevede per specifiche operazioni la non obbligatorietà della fattura”. Inoltre, il comma 2 del medesimo articolo considera la possibilità di estendere l’esonero ad altre categorie di contribuenti che svolgono un servizio pubblico con frequenza e importo limitato, per cui l’osservanza dell’obbligo di fatturazione e degli adempimenti connessi sarebbe troppo onerosa.
La misura introdotta dal decreto del Mef, pubblicata in Gazzetta, riguarda gli sport invernali individuati dalle relative Federazioni, come sci, snowboard, slittino, riconosciuti dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano e impartiti, anche in forma organizzata, da maestri iscritti negli appositi albi regionali o nazionali.
Esenzioni e Iva agevolata: il decreto del Mef
Il decreto è in linea con quanto previsto dal decreto Omnibus (articolo 5, comma 1, Dl n. 113/2024), che ha introdotto l’aliquota Iva agevolata al 5% per le lezioni di sport invernali. L’imposta, ovviamente, non si applica ai corsi che possono essere esentati.
Ma chi sono gli altri “fortunati” che beneficiano dell’Iva ridotta, come i maestri di sci? Tra questi, chi produce basilico, rosmarino, salvia freschi e origano a rametti o sgranato, destinati all’alimentazione. Anche chi offre prestazioni di trasporto urbano di persone è incluso. A ogni manovra, la lista dei beneficiari dell’imposta ridotta si allunga, alimentando le richieste dei parlamentari. Tuttavia, questo trattamento preferenziale non è esteso a tutti, richiamando le recenti polemiche sull’esclusione, per esempio, degli assorbenti dal regime di Iva agevolata al 5%.
Quest’anno, ad esempio, è stata avanzata una proposta bipartisan per ridurre l’Iva al 5% sul latte vegetale. Nel frattempo, i produttori di ostriche, colpiti dalla diffusione del granchio blu, chiedono di abbassare l’Iva dal 22% al 10%.