
Elon Musk (Foto Ansa)
E anche nella prima settimana di marzo ne abbiamo lette e viste di ogni: la storia della studentessa che dopo il diploma ha fatto causa alla sua scuola perché ancora non sa né leggere né scrivere; il tipo che in confessionale ascoltava le confessioni dei fedeli senza essere un prete; e poi, perché no, c’è anche la vicenda delle mail che Elon Musk ha mandato ai vari dipendenti federali statunitensi e non, sparsi per il pianeta. Ma andiamo a vedere la consueta top ten delle cose più folli avvenute in settimana.
La top ten dei brividi
Al decimo posto l’uomo che in Russia terrorizzava i vicini di casa con musica patriottica a tutto volume. La forza della propaganda.
Al nono la studentessa che ha fatto causa alla scuola dopo aver diplomata senza saper leggere e scrivere. Forse tutti noi italiani dovremmo allora fare causa alla scuola italiana.
All’ottavo il tipo che ha urtato l’auto dei vigili ed è stato poi trovato con un tasso alcolemico cinque volte oltre il limite. Non c’è dubbio: aveva sicuramente letto il nuovo Codice della Strada.
Al settimo posto il tizio in confessionale che ascoltava le confessioni dei fedeli e li assolveva. E non era un prete. Amen.
Al sesto il povero Cristiano Ronaldo, che ha dovuto rinunciare a una trasferta in Iran per non rischiare di essere punito con cento frustrate. Ma che belle leggi hanno, in Iran?
Al quinto il parco più piccolo del mondo: si trova in Giappone e misura 0,24 metri quadrati. Poco più grande, insomma, di un appartamento economico a Milano.
Poco sotto il podio un reperto d’archivio. “I vaccini fanno venire l’autismo” diceva Robert Kennedy Jr. Detto, fatto: oggi li consiglia contro il morbillo.
Al terzo lo sfogo in russo di Zelensky durante la lite con Donald Trump e JD Vance. Meno male che Trump non parla russo.
Al secondo le mail di Musk. Mail arrivate anche alle basi USA in Italia: “Siete utili o no?” la domanda ai dipendenti. Ma invece un uomo con un patrimonio di circa 350 miliardi di dollari è utile o no al pianeta? Chissà.
Al primo posto un altro documento ripescato dagli scaffali. “Vogliamo – diceva Giorgia Meloni nel 2023 – introdurre in Costituzione un tetto alla pressione fiscale pari al 40% del Pil. Una proposta geniale”. E infatti ora la pressione fiscale è al 42,6%. Geniale.