E anche questa settimana qui, su questo disgraziato pianeta, poteva andare decisamente meglio. Sui nostri smartphone, come sempre, abbiamo visto le cose più folli: l’azienda che ha lanciato un profumo all’aroma di bar malfamato, il tipo sudcoreano che ha provato ad ingrassare all’inverosimle per evitare il servizio militare – finenedo però in carcere – e anche il buon Joe Biden che ha deciso di graziare, perché no, il figlio. Ma andiamo a vedere la consueta top ten delle cose più folli avvenute in settimana.
La top ten da brividi
Al decimo posto l’azienda che ha lanciato il profumo all’aroma di “bar malfamato”: Dive bar-fume. La fragranza, “unica”, promette di evocare “il bancone del bar che odora di legno di cedro, il profumo muschiato di quegli sgabelli da bar in pelle consumati, il sale marino del cestino di patatine fritte e popcorn e l’aroma fresco che si libera nell’aria quando il barista stappa il tuo Champagne o la tua birra”. Insomma, un incubo.
Al nono posto il sudcoreano condannato dopo essere ingrassato di proposito per evitare il servizio militare. E ora, invece che la leva, dovrà scontare un annetto di carcere. Resta il dubbio: meglio l’esercito o il carcere?
All’ottavo posto il battibecco tra Carlo Calenda e Matteo Salvini durante la presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa. Parlando dell’amministrazione di Donald Trump, Salvini ha balbettato un po’ sui nomi e Calenda ne ha subito approfittato: “Ma come non li conosci?” E Salvini: “Ho il brutto vizio di non leggere i giornali per garantire il mio fegato”. E Calenda: “Leggili, che ti fa bene”. Forse, dipende da quali.
Da qualche tempo il povero Salvini è diventato un po’ il bersaglio di tutti. Anche dell’ex ministra del Lavoro, Elsa Fornero che non vedeva l’ora di lanciare la sua freccetta avvelenata contro il ministro dei Trasporti: “Non legge i giornali? Bisogna capirlo, dice che lavora 24 ore al giorno…”. Settimo posto per lei.
A proposito di Calenda, al sesto posto ecco le parole della moglie sulla convivenza tra il marito e Lapo Elkann: “Lapo era un personaggio straordinario. Però era naif. Disordinatissimo. Lapo e Carlo erano due mine vaganti: non cambiavano le lenzuola”. E ancora: “Arrivai nella casa dove vivevano Lapo e Carlo, a Modena, in inverno. Fuori nevicava. Ricordo che trovai Lapo a girare per casa in pareo. Dissi: ‘Ma che fai?’ E lui: ‘In questa casa fa un caldo allucinante’. Sai che era successo? Che loro non avevano capito che per il riscaldamento c’era un termostato. E che il termostato era fisso a 40 gradi. E da mesi morivano di caldo”.
Al quinto posto una foto invecchiata malino. La foto della pace tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte con la didascalia: “E ora pensiamo al 2050!”. Correva l’anno 2021. Forse sarebbe stato meglio pensare più a breve, magari, per esempio, al 2024.
Al quarto posto un Romano Prodi in gran forma: “È illogica la decisione di intitolare l’aeroporto di Malpensa a Berlusconi, dopo questo può capitare di tutto. Do un giudizio negativo. Ci sono aeroporti dedicati a Leonardo da Vinci, a Galileo Galilei… Spero che a me dedicheranno una rotonda così non si scoccia nessuno”.
Al terzo posto le parole soft e dolci di Vittorio Feltri. Vittorio, cosa ne pensi dei migranti? “Sparerei in bocca ai musulmani, sono delle razze inferiori”. Benissimo.
Al secondo posto posto la previsione di Giorgia Meloni: “Obiettivo del +1% del Pil a portata di mano”. E infatti secondo l’Istat sarà +0,5%. La prossima volta, magari, meglio puntare un po’ più bassi.
Al primo posto un Joe Biden d’archivio. “Non grazierò mio figlio”, prometteva il presidente statunitense a un giornalista durante il G7 in Puglia. Detto, fatto: figlio graziato. E poi ci lamentiamo dei politici italiani.