
(Foto Ansa)
Il terremoto avvenuto oggi in Myanmar ha avuto una magnitudo trecento volte superiore a quella del sisma di Amatrice del 2016 e otto volte superiore alla più alta mai registrata in Italia, che è quella di 7.1 dell’evento del 1908 a Messina.
Lo spiega all’ANSA Salvatore Stramondo, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Non c’è rischio di tsunami poiché il sisma è avvenuto a circa 300 chilometri dalla costa – dice – ma quando ci sono scosse di questa intensità in aree montuose c’è la possibilità che vengano attivate frane e che si verifichi la liquefazione del terreno, con possibile impatto sulle infrastrutture”.
Le parole di Salvatore Stramondo
La prima scossa, avvenuta alle ore 07,20 italiane, è poi stata seguita subito dopo, alle 07,32, da un’altra di 6.4, secondo quanto rilevato dall’Istituto geosismico statunitense, lo Usgs. “Quando c’è un terremoto di questa magnitudo – sottolinea Stramondo – ci aspettiamo che venga seguito da molte scosse successive: ce ne saranno centinaia di magnitudo man mano decrescente che probabilmente andranno avanti per molto tempo”.
L’epicentro del sisma in Myanmar si trova a poche decine di chilometri da Mandalay, una città con circa 1 milione di abitanti. È una zona caratterizzata da sismicità molto elevata, lungo la catena montuosa dell’Himalaya. “È un’area di scontro tra due grandi placche tettoniche, quella indiana e quella asiatica, che si muovono di circa 5 centimetri l’anno”, spiega il ricercatore dell’Ingv. “Inoltre – conclude – abbiamo misurato in quest’area una deformazione superficiale del terreno di oltre 1 metro, una deformazione importante”.