Le drammatiche immagini della morte di Giulia Cecchettin hanno gettato nuova luce su quanto accaduto quella notte. Il video, tratto da una telecamera di sorveglianza di una fabbrica, è stato mostrato in esclusiva durante una puntata di Pomeriggio Cinque del 28 ottobre. In quei tragici 132 secondi, la telecamera riprende il tentativo di Giulia di fuggire dall’ex, Filippo Turetta. Tuttavia, Turetta riesce a raggiungerla, bloccarla e colpirla con brutalità, infliggendole 75 coltellate, un attacco crudele che ha posto fine alla sua vita. Dopo averla uccisa, Turetta si allontana per recuperare la sua auto, sulla quale carica poi il corpo di Giulia prima di sparire dalla visuale della telecamera, ripartendo nella notte.
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La telefonata del testimone al 112
Quella stessa sera, un residente di Vigonovo, testimone dell’aggressione, contatta il 112 alle 23:18 per segnalare l’accaduto. Nella chiamata, diffusa sempre da Pomeriggio Cinque, il testimone racconta di aver assistito, dal balcone di casa sua, a una scena violenta in cui un ragazzo stava picchiando una ragazza. Specifica che entrambi erano poi saliti su un’auto, presumibilmente una Fiat Grande Punto, e che si erano allontanati. L’importanza di questa chiamata verrà compresa solo successivamente, quando si scoprirà che la ragazza aggredita era proprio Giulia Cecchettin.
L’audio della chiamata è stato mandato in onda. “Ho visto una ragazza che usciva dalla macchina e gridava aiuto, gridava aiuto…e poi ho visto la scena di questo ragazzo, che lei era a terra e lui la prendeva a calci però in questo momento se ne sono andati” ha detto l’uomo, che dal terrazzo di casa non aveva potuto leggere la targa dell’auto. “Vediamo se riusciamo a intercettare quest’auto però così, con questi dati, non è che abbiamo tanto” è stata la risposta dei Carabinieri. “Ha ragione – il testimone -, io vi ho chiamati direttamente perché non sapevo che cosa fare, avevo paura, volevo scendere, però, sinceramente ho avuto paura a mettermi in mezzo”.
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Il ritardo nella denuncia e l’avvio delle indagini
Nonostante l’allarme lanciato dal testimone, nelle ore successive la situazione rimane poco chiara. Solo la mattina seguente, domenica 12 novembre, il padre di Giulia si presenta in caserma per denunciare la scomparsa della figlia. In un primo momento, però, l’episodio della sera prima non viene collegato alla scomparsa di Giulia. Il collegamento tra le due vicende avviene grazie allo stesso testimone, il quale, appreso dell’allerta per Giulia dalle chat del paese, decide di recarsi personalmente a casa Cecchettin per riportare quanto aveva visto.
L’inizio delle indagini
È solo dopo l’incontro tra il testimone e la famiglia di Giulia che la situazione si chiarisce. Verso la tarda mattinata di domenica, le forze dell’ordine avviano le indagini, e la testimonianza visiva dell’aggressione si rivela cruciale per comprendere i drammatici eventi che hanno portato alla morte di Giulia Cecchettin.