Le truffe, telefoniche e online, sono in costante aumento, e saperle riconoscere in tempo è fondamentale per evitare conseguenze gravi. Tra queste, il phishing si conferma una delle truffe più insidiose. Questo sistema inganna le vittime con messaggi contraffatti che utilizzano loghi e nomi di aziende, banche o istituzioni, convincendole a fornire dati riservati o a compiere azioni specifiche. La Polizia di Stato ha recentemente emesso tre allarmi relativi a campagne di phishing segnalate tra il 16 e il 17 gennaio, dimostrando quanto queste truffe siano attive e pericolose.
Falsi premi di edilizia e bricolage
Il primo allarme riguarda email promozionali contraffatte che utilizzano il nome di aziende di edilizia e bricolage. Questi messaggi offrono un presunto premio per chi completa un sondaggio e riportano testimonianze false per renderli più credibili. Tuttavia, il vero scopo è ottenere dati bancari: l’utente viene reindirizzato a una pagina dove deve inserire il proprio indirizzo e pagare delle spese, cadendo così nella trappola dei truffatori.
Truffe bancarie: Intesa Sanpaolo nel mirino
Un secondo allarme, diffuso dalla pagina Facebook “Agente Lisa”, riguarda falsi messaggi per i clienti di Intesa Sanpaolo. Questi avvisi segnalano presunti accessi anomali e invitano a cliccare su link fraudolenti. La Polizia raccomanda di non fornire mai dati personali o password e di contattare direttamente la banca tramite i numeri ufficiali in caso di dubbi.
Phishing su Telegram
Anche Telegram è stato bersaglio di una campagna di phishing. Messaggi ricevuti da contatti in rubrica spingono gli utenti a cliccare su link che portano a pagine clonate della piattaforma. Inserire i propri dati consente ai truffatori di impossessarsi degli account e usarli per diffondere ulteriori truffe.
Come proteggersi dalle frodi
Per difendersi, è fondamentale ricordare che nessun ente chiederà dati sensibili tramite messaggi, email o telefonate. Attenzione a errori ortografici e sensazioni di urgenza nei messaggi, ed evitare sempre di cliccare su link sospetti. Informazioni utili si trovano sui siti ufficiali, come quello dell’Agenzia delle Entrate.