Un 26enne, Pierpaolo Morciano, è morto nella tarda serata di ieri ad Alessano, in provincia di Lecce, mentre stava festeggiando il suo compleanno con gli amici in strada, vicino alla sua abitazione.
Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, il giovane aveva assunto la cosiddetta droga della risata, ovvero protossido di azoto, inalandolo da un palloncino. Dopo aver inalato il gas, ha accusato un malore. E’ stato chiamato il 118 ma i soccorritori non hanno potuto fare nulla. La salma è stata portata all’ospedale Vito Fazzi di Lecce.
Più volte in passato i medici avevano avvertito del rischio del diffondersi di questa pericolosa moda, soprattutto tra i più giovani. “Nei casi più gravi può causare ipossia e inibizione della trasmissione degli impulsi nervosi al livello dei centri che controllano la respirazione e il cuore, ma anche la formazione di emboli”, dice all’ANSA Cristina Cadoni, tossicologa dell’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
“Ma gli effetti dipendono anche dall’individuo, dalla concentrazione del gas – aggiunge la ricercatrice – e dall’eventuale assunzione in combinazione con altre sostanze, come l’alcol”.
Il protossido di azoto è usato a tutt’oggi in medicina come anestetico, ma sempre in combinazione con altre sostanze e con l’ossigeno, poiché il gas esilarante diminuisce la disponibilità di ossigeno per l’organismo. Possono, infatti, essere sufficienti una serie di inalazioni senza apporto di aria fresca tra l’una e l’altra, per provocare perdita improvvisa di coscienza e asfissia. “Il protossido di azoto è un gas che non si distribuisce nei tessuti umani e che è insolubile nel sangue – specifica Cadoni – dunque si accumula nelle cavità del corpo, come i polmoni”.
Il gas esilarante utilizzato per scopi ricreativi viene inalato a grandi boccate da dei palloncini riempiti con questo gas. I suoi effetti, che comprendono allegria ed euforia, ma anche insensibilità, annebbiamento della coscienza e leggere allucinazioni, sono immediati e la loro durata è molto breve, e questo porta il consumatore a ripetere le inalazioni nel tentativo di prolungare l’esperienza.
“Questi effetti si devono al fatto che il protossido di azoto – afferma Cadoni – interferisce con i recettori del glutammato, che è un neurotrasmettitore essenziale per la trasmissione dei segnali, che sono ubiquitari in tutto il sistema nervoso. Si sa, inoltre, che inattiva la vitamina B12”, che è coinvolta in molti processi fondamentali per l’organismo, come la sintesi di Dna e Rna o la produzione di globuli rossi.
“L’Emcdda, il Centro di monitoraggio europeo su droghe e dipendenze, ha sottolineato già in un report del 2022 che l’uso di questa sostanza a scopo ricreativo si sta diffondendo anche in Europa”, dice ancora Cadoni: “In Italia è ancora poco comune, mentre al momento risulta più diffuso negli Stati Uniti e in Gran Bretagna”.
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