La Procura di Treviso ha deciso di archiviare il caso di uno studente che, nel novembre 2023, si era rivolto al suo insegnante gay con l’epiteto “finocchio”. Secondo il sostituto procuratore, questo termine non rientra tra quelli considerati gravi ai fini penali e quindi il comportamento dello studente è stato classificato come di “lieve entità”, non punibile con sanzioni penali. La decisione di archiviare il caso riflette la valutazione che tale comportamento, sebbene inappropriato, possa essere affrontato più adeguatamente attraverso misure disciplinari scolastiche.
Il fatto è avvenuto durante una gita scolastica quando il giovane, che aveva appena compiuto 18 anni, ha insultato il professore di 28 anni, utilizzando termini offensivi legati all’orientamento sessuale dell’insegnante. L’insulto è stato pronunciato in presenza di altri studenti e di un collega del professore, amplificando l’impatto del gesto. Nonostante la decisione della Procura, il professore ha espresso il desiderio di evidenziare le difficoltà quotidiane affrontate dagli insegnanti, specialmente riguardo al bullismo omofobo. Il professore ha sottolineato che la sua intenzione non era solo quella di ottenere giustizia per l’offesa personale, ma di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle umiliazioni che molti docenti subiscono sul posto di lavoro.
Il caso di Treviso solleva importanti questioni riguardo al trattamento delle offese e al rispetto per la diversità in ambito scolastico. Sebbene il termine usato non sia stato considerato penalmente rilevante, il professore spera che il suo gesto possa contribuire a sensibilizzare sull’importanza di un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo. “Il mio obiettivo – ha dichiarato il giovane professore – è far sapere alla gente quali umiliazioni devono subire ogni giorno tanti insegnanti che si recano sul posto di lavoro e devono sorbirsi del bullismo omofobo senza alcuna tutela. Vorrei contribuire a creare un deterrente per futuri comportamenti simili, per far capire che non siamo disposti a tollerare questi abusi”.