In provincia di Vicenza c’è una chiesa che propone “hamburger, musica e divertimento” per attirare i più giovani. L’iniziativa del parroco, però, ha suscitato più di qualche dubbio, e le critiche non sono tardate ad arrivare.
L’iniziativa “golosa” di una chiesa
Volgere il proprio sguardo verso un pubblico di giovanissimi non è una cosa semplice. Le mode cambiano, corrono velocissime, e stare dietro ai continui linguaggi e alle tendenze del momento può rivelarsi più complicato del previsto. Il mercato, allo stesso modo, deve provare a tenere il passo, per non perdere l’attenzione dei giovani, quelli della cosiddetta Gen Z. A volte le idee proposte sembrano buone, molto spesso invece si scade nel grottesco e nell’involontaria parodia.
Ora ci prova la Chiesa, o meglio, una chiesa in particolare, quella di San Pietro a Trissino, in provincia di Vicenza. L’iniziativa del parroco don Domenico Pegoraro è di quelle ammirevoli: coinvolgere il più possibile i giovani per farli avvicinare alla Chiesa. Le modalità, però, hanno fatto parecchio discutere. Il parroco ha rilasciato diversi volantini, la cui locandina ricerca un linguaggio diretto e accattivante, strizzando l’occhio ai più giovani. Sul volantino, infatti, appare la foto di un gustoso hamburger, farcito a dovere, accompagnato da un timbro eloquente che riporta la scritta “100% free”. Poco più in basso, un claim dal forte richiamo pubblicitario recita: “Cibo, musica e tanto divertimento!”. Ogni volantino, però, necessita anche di un luogo ben specificato. Su quello di don Domenico c’è scritto “Dove non te lo aspetti”. Oltre al nome della chiesa e alla data dell’evento, ovvero il 31 dicembre, sul volantino compare anche l’invito diretto ai “giovani e giovanissimi dalla terza media in su”.
Critiche e consensi
L’iniziativa ha fatto molto discutere, e pare che in molti si siano piuttosto indignati, nonostante i buoni propositi di don Domenico. Andrea Zambrano, giornalista della Nuova Bussola Quotidiana, scrive: “Se la scusa è quella di accalappiare i giovani in chiesa, è l’eterna strategia della sconfitta che produce solo la riprovazione dei fedeli e non attira un solo giovane che sia uno perché nel dubbio sceglierà sempre l’originale, cioè McDonald’s e affini”. Indignazione condivisa anche da Massimo De Marco, che scrive per Dissapore: “La Gen Z si dimostra impermeabile anche alle strategie di marketing più raffinate. Nessuno sembra riuscire a trovare un registro di comunicazione adatto, e questo porta a un moltiplicarsi di tentativi maldestri. Ora ci si mette pure la Chiesa”.
Il protagonista della storia, il parroco don Domenico Pegoraro, tira dritto considerando la sua iniziativa più che ragionevole: “La chiesa, intesa nel senso più ampio del termine, quindi anche come edificio, è da sempre un luogo di accoglienza, di incontro e, perché no, di festa, come quella che ricorre il 31 gennaio, dedicata a San Giovanni in Bosco”.
Il vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto, è intervenuto cercando di smorzare le critiche con nobile diplomazia, ritrovandosi nel mezzo: “Comprendo che ci possa essere una certa reazione da chi pensa che il sacro non debba essere toccato per definizione. Riconducendomi a ciò che dice il Vangelo, dal punto di vista ecclesiale ritengo importante coinvolgere e porre attenzione a tutti, e tra questi non sono esclusi i giovani, al contrario, una delle categorie che fa sicuramente parte delle odierne fragilità, per cui credo sia doveroso dare loro spazio, con le dovute attenzioni, anche nei luoghi sacri. Gesù è stato etichettato con un mangione e un beone, ma se fosse qui oggi, credo accoglierebbe e approverebbe iniziative come questa”.