La foto dei leader mondiali riuniti ad Auschwitz nell'80esimo anniversario della liberazione (nella foto Ansa Matterella che siede accanto a Macron) - Blitz Quotidiano
La cerimonia per l’80esimo anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau ha preso il via nel museo del campo di sterminio nazista. Ad aprire l’evento nel Giorno della Memoria sono i sopravvissuti Marian Turski, Janina Iwanska, Tova Friedman e Leon Weintraub consegnando al mondo le loro testimonianze e un monito contro l’oblio.
Anche i leader mondiali si sono riuniti per rendere omaggio alle vittime dell’Olocausto e riaffermare l’importanza di preservare la memoria: tra loro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il cancelliere tedesco Olaf Scholz insieme al presidente Frank-Walter Steinmeier, il re Carlo d’Inghilterra, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente polacco Andrzej Duda e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tra i presenti anche il primo ministro canadese Justin Trudeau e i reali di Spagna, Danimarca e Norvegia. A rappresentare Washington è invece l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff.
Nessun russo presente alle commemorazioni in Polonia. La decisione è legata alla guerra in corso in Ucraina, ed è stata presa malgrado fu l’Armata Rossa a liberare il campo di sterminio. Putin, nel commentare la sua esclusione ha commentato: “Ricorderemo sempre che è stato il soldato sovietico a schiacciare questo male terribile e totale e a ottenere una vittoria la cui grandezza rimarrà per sempre nella storia del mondo”.
Marian Turski, sopravvissuto ad Auschwitz, nella sua toccante testimonianza, facendo più volte riferimento al negazionismo ha detto: “Nel mondo contemporaneo vediamo l’antisemitismo in aumento ed è questo antisemitismo che ha portato alla Shoah. Non abbiamo timore di dimostrare coraggio oggi, quando Hamas tenta di negare il massacro del 7 ottobre. Non abbiamo paura di opporci alle teorie del complotto secondo cui tutto il male di questo mondo sarebbe il risultato di un complotto ordito da gruppi sociali indefiniti e gli ebrei vengono spesso menzionati come uno di questi”, ha sottolineato ancora lo storico e giornalista polacco, facendo appello alla risoluzione dei conflitti.
“Non abbiamo paura di convincerci a vicenda che è necessario avere una visione non solo di ciò che è qui oggi, ma anche di ciò che verrà domani e di ciò che accadrà tra qualche decennio”, ha concluso ricevendo una lunga standing ovation.