La mattina del 10 settembre scorso si è svolto il secondo interrogatorio della ventunenne Chiara Petrolini presso la Procura di Parma, situata nel cuore della città. La giovane è accusata di omicidio volontario: il 7 agosto, dopo aver partorito, avrebbe ucciso suo figlio e lo avrebbe sepolto nel giardino della casa di famiglia a Traversetolo, vicino all’Appennino. La vicenda assume ora contorni drammatici, con nuovi dettagli che rappresentano una vera e propria svolta investigativa, come descritto nell’ordinanza di arresto di 101 pagine firmata dal giudice Luca Agostini.
Durante l’interrogatorio, Chiara, assistita dall’avvocato Nicola Tria, ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee. Con voce tremante, ha iniziato: “La scorsa volta vi ho detto di non aver mai partorito in passato, ma non è vero. Un anno e mezzo fa, a maggio, ho partorito”. La rivelazione getta una nuova luce sul caso. Chiara ha raccontato che anche allora il neonato era morto alla nascita e che lo aveva sepolto da sola in giardino, avvolgendolo in una salvietta e scavando una buca con le mani in pochi minuti. La giovane ha spiegato di aver nascosto tutto perché temeva il giudizio della famiglia e delle persone, soprattutto in un periodo già difficile segnato dai problemi di salute della nonna.
Chiara ha descritto come il peso della solitudine e della paura abbia alimentato un tunnel di segreti e bugie. “Quando è successo di nuovo, speravo di poter gestire la situazione, ma non riuscivo a chiedere aiuto. È andata come la prima volta”, ha confessato. Ha ammesso che la prima gravidanza era stata inaspettata e che il padre del bambino, il suo ex compagno, non era a conoscenza né della gravidanza né della nascita. Con lui la relazione si era già conclusa al momento del parto.
L’interrogatorio si è intensificato quando la pm Francesca Arienti ha chiesto perché Chiara avesse deciso di confessare solo ora. La giovane ha spiegato di sapere che gli inquirenti avevano scoperto i resti del primo neonato durante le ricerche nel giardino il 7 settembre. Quella svolta investigativa era partita dal ritrovamento sul computer di Chiara di ricerche su Google relative al “secondo parto”.
Gli inquirenti stanno ora analizzando i resti del neonato del maggio 2023 per determinare se sia stato ucciso o se, come sostiene Chiara, fosse nato morto. I Ris di Parma sono al lavoro per completare gli accertamenti, il cui esito è atteso a breve. Intanto, la giovane ha raccontato ulteriori dettagli: il parto sarebbe avvenuto di notte, in camera sua, mentre i genitori erano fuori casa. “Quando ho visto che non respirava, ho pensato di seppellirlo in giardino”, ha detto.