
La storia del condannato a morte in South Carolina che ha chiesto di essere fucilato (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Almeno per quel poco che ancora dipende dalla sua volontà, un condannato a morte negli Stati Uniti ha scelto una fine onorevole e degna, almeno stando a quanto dice lui. Brad Keith Sigmon, un pluriomicida che ha ucciso con una mazza da baseball i genitori della fidanzata più di vent’anni fa, ha chiesto di potersi presentare davanti a un plotone di esecuzione. Come se avesse gridato “Fucilatemi”.
Prima fucilazione in South Carolina
Perché l’iniezione letale è peggio di una corda al collo, si muore con lentezza mentre si sperimenta un atroce soffocamento. L’alternativa sarebbe la sedia elettrica che però è “come bruciare vivi”, dice il condannato.
Il South Carolina eseguirà comunque la sentenza di condanna a morte: ha infatti accettato l’esecuzione tramite fucilazione, una prima volta nella storia moderna dello Stato. Brad Keith Sigmon sarà il quarto negli Usa dal 1977 a morire con questo metodo (l’ultima volta è stata nello Utah nel 2010).
L’uomo – come riporta la Nbc – è stato condannato per aver ucciso i genitori della sua ex fidanzata, David e Gladys Larke, nella loro casa nel 2001, colpendoli ciascuno nove volte con una mazza da baseball. Poi ha rapito la donna e le ha sparato dopo che lei si era gettata fuori dalla sua auto in corsa, sopravvivendo.

“Non ho scuse per quello che ho fatto. È colpa mia e non sto cercando di incolpare nessun altro per questo. Mi dispiace”, ha detto l’uomo durante il processo. L’esecuzione potrebbe essere rinviata solo su decisione del governatore con una sospensione dell’ultimo minuto.
Con la sedia elettrica brucerebbe vivo
Sigmon ha scelto il plotone di esecuzione per l’inaffidabilità del farmaco per l’iniezione letale – come hanno spiegato gli avvocati – e per la barbarie della sedia elettrica, che “lo brucerebbe vivo”.
“È la scelta migliore, ma il fatto che abbia dovuto farla è terrificante”, ha sottolineato l’avvocato Gerald King. In un ricorso della scorsa settimana in cui si chiedeva alla Corte Suprema della South Carolina di fermare l’esecuzione del condannato, il suo team legale ha osservato che l’autopsia su Marion Bowman Jr., messo a morte tramite iniezione letale il mese scorso, indica che gli sono stati somministrati “10 grammi di pentobarbital” ed è “morto con i polmoni massicciamente gonfi di sangue e liquidi”, simile ad un decesso per “annegamento”.
I procuratori dello stato, tuttavia, hanno affermato che, poiché Sigmon ha scelto la morte per fucilazione, ha “rinunciato a qualsiasi discussione sull’iniezione letale”. Nell’era moderna della pena di morte solo pochi stati Usa, tra cui Mississippi e Oklahoma, consentono il plotone di esecuzione, con il South Carolina che lo ha legalizzato nel 2021 e l’Idaho che l’ha praticato per due anni per la carenza nazionale di farmaci per l’iniezione letale.
Brad è oggi, come da vent’anni, è un uomo solo, esposto senza tregua alla consapevolezza atroce e immanente di una morte sempre sul punto di venire. Viene in mente “L’ultimo giorno di un condannato a morte” di Victor Hugo, di duecento anni fa, quando la ghigliottina lavorava ancora a pieno regime. Hugo scrisse: “E poi l’attesa…L’attesa in solitudine. L’attesa che logora. L’attesa della morte”.
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