
La storia del ragazzo che ha accoltellato a morte il padre per difendere la madre da un'aggressione (Foto Ansa)
“L’ho accoltellato per difendere la mamma”. Queste sono state le parole di Bojan Panic, 19 anni, per giustificare l’uccisione del padre Simeun, 46 anni. L’omicidio è accaduto verso l’1.30 dello scorso venerdì notte a Mezzolombardo, in Trentino. Il ragazzo ha confessato di essere l’autore del reato davanti agli inquirenti, essendo stato colto tra l’altro in flagranza di reato. Bojan ha colpito più volte il padre, un operaio edile, con un coltello preso in cucina, poi ritrovato dai carabinieri sul luogo del delitto.
Cosa è accaduto la notte del 4 aprile
In base a quanto ricostruito dai militari del Nucleo investigativo di Trento, Simeun sarebbe rientrato a casa verso le 23 di giovedì. Poco dopo, ci sarebbe stata una violenta lite in camera da letto tra lui e la moglie, Milka. La discussione tra i due coniugi sarebbe degenerata, alla presenza anche del figlio minore: il 19enne avrebbe preso un coltello colpendo il padre diverse volte. Alla pm avrebbe poi raccontato di non essersi reso conto di averlo ucciso. A chiamare i soccorsi, verso le 2 di notte, sono stati lo stesso Bojan e il fratello, che hanno atteso gli inquirenti insieme alla madre. Un vicino di casa ha raccontato di aver sentito, intorno all’1.30, delle grida provenienti dall’appartamento confinante. Poi, verso le due, i rumori si sarebbero interrotti.

“È stato ampiamente collaborativo e rispetto al fatto ha reso ampie dichiarazioni confessorie. Ha detto di averlo fatto per difendere e tutelare la madre. Era una situazione famigliare complessa, con una conflittualità che durava da tempo”, ha detto all’ANSA l’avvocato del 19enne. Sarà probabilmente disposta l’autopsia per chiarire la dinamica dei fatti. Intanto per Panic si attende l’udienza di convalida, che si celebrerà probabilmente lunedì. La madre del ragazzo ha confermato quanto detto dal figlio. La famiglia Panic, di origine bosniaca, era arrivata in Italia molti anni fa, quando il 19enne era ancora un bambino. Dal racconto è emerso un clima famigliare non sereno: il marito era spesso violento e alzava le mani, inoltre pare avesse anche problemi di alcolismo. Quest’ultimo lavorava come muratore, mentre la madre come commessa.