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La storia della bimba sbranata dal pitbull: dalle immagini della videosorveglianza alla casa "ripulita". Cosa non torna (FOTO ANSA) - Blitz Quotidiano
Ci sono ancora dubbi e incongruenze nell’inchiesta relativa al caso di Giulia Loffredo, la bimba di nove mesi che, secondo quanto raccontato dal padre Vincenzo, indagato a piede libero per omicidio colposo, nella notte tra sabato 22 e domenica 23 febbraio è stata aggredita dal pitbull di famiglia, Tyson, mentre dormiva sul lettone dei genitori nella loro casa ad Acerra, in provincia di Napoli. Il legale del 24enne ha presentato un’istanza alla Procura di Nola, dove probabilmente sarà ascoltato martedì: il papà vuole infatti chiarire meglio i tanti dubbi sulla morte di sua figlia.
Cosa sappiamo dell’indagine su Giulia Loffredo
Vincenzo Loffredo è indagato per omicidio colposo “perché in qualità di genitore avente in custodia la figlia minore Giulia, ometteva la vigilanza e custodia del cane pitbull in suo possesso, il quale aggrediva la minore provocandole lesioni personali che determinavano la morte”. Nell’atto con cui la procura di Nola ha nominato i propri consulenti tecnici per l’autopsia si sottolinea infatti che la bimba è stata sicuramente uccisa dal cane. Le indiscrezioni sui risultati dell’esame sul corpo della piccola parlano di ferite lacero contuse al volto, compatibili con i morsi di un cane. Più controversa la questione della rottura dell’osso del collo, su cui sarebbero state riscontrate solo contusioni (resta da chiarire se: prima è caduta per terra e poi è stata morsa o è stata buttata giù dal cane). In ogni caso, un dettaglio che stride con il primo racconto del papà , quando l’ha portata nella clinica Villa dei Fiori di Acerra, come ripreso dalle telecamere della struttura.
In principio lui avrebbe detto che la bimba sarebbe stata aggredita in strada da un cane. Versione poi cambiata davanti ai poliziotti del commissariato locale e in cui l’uomo, che era sotto effetto di cannabis, ha riferito di aver trovato la piccola nel letto in una pozza di sangue dopo essere stata sbranata dal loro cane. Un bugia raccontata, a detta dell’uomo, per paura della reazione della mamma di Giulia, che era al lavoro, come effettivamente così è stato quando lei è arrivata nella clinica. Nella bocca dei cani però, questa la parte più critica della ricostruzione, non sarebbero state trovate tracce di sangue, mentre è stata trovata una piccola macchia di sangue sulla testa dell’altro cane domestico, Laika, presente in casa. L’ipotesi è che Tyson potrebbe aver bevuto e cancellato le macchie visibili ad occhio nudo. Si attendono ora gli esiti dell’esame del Dna sulle loro feci.
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Il sangue ripulito
Il mattino successivo alla tragedia, il sangue è stato pulito poco prima del secondo sopralluogo della polizia. A tornare in casa sarebbe stata la madre di Loffredo, insieme ad altri familiari, per prendere una coperta che sarebbe servita alla madre della piccola. Vedendo il sangue, la donna avrebbe avuto una reazione estrema, così uno dei familiari avrebbe lavato il pavimento temendo una reazione ancor peggiore della madre di Giulia, che sarebbe entrata poco dopo per prendere delle foto della figlioletta. Controversa la questione dei sigilli, che sarebbero stati violati. Ma secondo il legale di Loffredo, la casa sarebbe stata sequestrata alle 9 di domenica, non prima, in base a quello che hanno riferito i familiari del padre. All’arrivo degli investigatori, lo straccio usato per pulire era ancora bagnato. Insomma, non era stato buttato o nascosto.
L’importanza delle telecamere di videosorveglianza
In questa vicenda, a giocare un ruolo importante sono anche le telecamere di videosorveglianza. Da una parte ci sono le immagini dell’arrivo alla clinica, che hanno catturato il momento in cui Vincenzo si reca nel pronto soccorso con in braccio la figlia. Dall’altra quelle di videosorveglianza del Comune e di privati, posizionate nel quartiere Ice Snei, dove la piccola viveva insieme ai genitori. Fondamentale il loro studio per capire se Loffredo abbia lasciato la bimba da sola in casa con i due cani, il pitbull e la meticcia.
Una tragedia annunciata?
Nel quartiere dove viveva Giulia si parla di tragedia annunciata. “Quel cane la scorsa estate era scappato ed aveva aggredito un cagnolino portato a spasso da una dog sitter – hanno spiegato i residenti- avevamo detto che doveva essere chiuso perché pericoloso. Ma i due giovani genitori non hanno capito la pericolosità dell’animale. Sono brave persone, due ragazzi che lavorano duramente. Lei in pizzeria, lui fa il barista. Ma quel cane non poteva stare libero in casa con una bambina piccola”.
I funerali a porte chiuse
Lo scorso 21 febbraio è stata anche la giornata dell’ultimo saluto a Giulia, in un Duomo blindato, dove è stato concesso di entrare solo ai parenti stretti ed ai familiari della piccola. Decine di persone hanno atteso il passaggio del carro funebre che trasportava la piccolissima bara bianca. La stessa che nel Duomo, mamma Angela e papà Vincenzo, hanno fissato per l’intera cerimonia funebre officiata dal viceparroco, don Gustavo Arbellino, che ha chiesto ai giovani genitori di “ripartire dall’amore, lo stesso che ha generato Giulia, affidata ora alla Madonna”.
Che fine hanno fatto i cani
I due animali sono custoditi in un canile convenzionato con l’Asl Napoli 2 Nord, che ha prelevato gli animali, li ha visitati e ha effettuato ispezione e prelievi. “Sono sempre stati collaborativi e non hanno mai mostrato segni di aggressività ”, ha tenuto a precisare l’azienda sanitaria locale.