Il governo italiano sta valutando una nuova proposta di legge che potrebbe cambiare le regole per l’acquisto delle schede SIM. Secondo il nuovo disegno di legge, gli immigrati extracomunitari non potranno più acquistare una SIM senza presentare un permesso di soggiorno valido, oltre a un documento di identità. Questa misura, presentata da Giovanni Donzelli e Francesco Michelotti di Fratelli d’Italia, è stata introdotta con l’obiettivo di contrastare il crimine e facilitare le intercettazioni telefoniche. Il provvedimento ha suscitato critiche e acceso il dibattito politico, soprattutto per le sue possibili implicazioni sui diritti degli immigrati.
Secondo Donzelli, questa nuova norma nasce dal confronto con le forze dell’ordine e ha lo scopo di combattere il mercato delle “SIM fantasma”, utilizzate da persone irreperibili o con identità false per attività illegali. La proposta vuole quindi garantire una maggiore sicurezza e facilitare le operazioni di controllo e intercettazione da parte delle autorità. L’emendamento modifica l’articolo 32 del disegno di legge sulla sicurezza, incidendo sul codice delle comunicazioni elettroniche del 2003. In pratica, per comprare una SIM o un altro dispositivo mobile come un tablet, diventerà obbligatorio presentare il permesso di soggiorno o la denuncia di smarrimento dello stesso.
Le opposizioni, in particolare il Movimento 5 Stelle, hanno duramente criticato la proposta. Stefania Ascari (M5S) ha dichiarato che la norma renderebbe gli immigrati ancora più invisibili, impedendo loro di comunicare con familiari e amici o di completare altre procedure burocratiche importanti, come la richiesta di lavoro o la gestione del permesso di soggiorno stesso. Inoltre, le critiche si concentrano anche sul metodo di approvazione, considerato un “blitz” del centrodestra, poiché il testo è stato presentato ad agosto, vicino alla pausa estiva del Parlamento.
La proposta include anche sanzioni per chi cerca di aggirare il nuovo regolamento. Chiunque sarà scoperto a comprare una SIM sostituendosi a un migrante regolare rischia di non poter acquistare un dispositivo mobile per un periodo da sei mesi a due anni. Questa rigidità nelle sanzioni ha creato ulteriore divisione all’interno delle forze politiche. Infatti, non tutto il centrodestra è d’accordo: una parte di Forza Italia continua a sostenere lo ius scholae, come sottolineato dal segretario Antonio Tajani. Questo elemento ha creato tensioni all’interno della coalizione, pur mantenendo un fronte comune sulla sicurezza.
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