A raccontarne la storia è la Gazzetta di Parma. E’ la storia di una vedova che, perso il marito nel lontano 1978, dopo un anno si è risposata. Niente di male, fin qui. Il problema è che la donna da quel lontano 1978, almeno così sostiene l’Inps, ha continuato a ricevere l’assegno di reversibilità del fu marito ricevendo, in 43 anni, un totale di 276mila euro.
La signora, che oggi ha 78 anni, raccontano le cronache, ora è accusata di percezione indebita di erogazioni pubbliche ed è stata condannata martedì a 1 anno e 10 mesi (pena sospesa e non menzione nel certificato del casellario giudiziale) e al risarcimento a favore dell’Inps, che si era costituita parte civile.
“Signor giudice, io ho sempre presentato tutta la documentazione richiesta dal Caf. Non mi è mai stato fatto alcun rilievo, quindi pensavo fosse tutto a posto” ha detto la donna in Aula poco prima della condanna. Povera vedova. O forse no.