Una 59enne veneta un anno e mezzo fa aveva affidato la sua amata cagnolina ad una dog sitter prima di partire per le vacanze. Al suo ritorno però la donna non aveva ritrovato il suo amato bassotto ma un certificato che attestava l’avvenuta cremazione dell’animale.
Durante quelle cinque settimane la cagnolina era infatti morta ed era stata cremata, come a voler nascondere qualcosa. E tutto era avvenuto senza che la proprietaria fosse al corrente di nulla e nonostante chiedesse quasi ogni giorno informazioni sul cane.
Il racconto della proprietaria
Ora, a distanza di un anno e mezzo dalla morte del cagnolino, la proprietaria racconta di essere in uno stato di choc da cui fatica ancora a riprendersi. “Avevamo un legame pazzesco: Nina era parte della famiglia. Non mi fermerò finché non avrò giustizia”, assicura la donna che nel frattempo ha ingaggiato una battaglia legale sfociata in una denuncia per uccisione e maltrattamento di animali e abbandono.
La donna racconta che la cagnolina era in perfetta salute come certificato da un check up veterinario fatto pochi mesi prima di partire. Ed ora spiega quindi che “quello che è successo è inaccettabile. Vorrei sapere come è morta ma, visto che il corpo è stato cremato, mi è stata negata la possibilità di capirlo. Chi ha agito così va fermato”.
Alla donna resta solo un altro cane, sempre di razza bassotto. Lui almeno si è salvato, uscendo però dal periodo di custodia con la dog sitter denutrito e traumatizzato.