Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha avviato un’indagine su 11 università telematiche private in Italia, sospettate di irregolarità nella concessione di titoli accademici e abilitazioni professionali. Queste istituzioni sono accusate di offrire titoli senza la necessaria autorizzazione ministeriale e con procedure poco trasparenti, spesso richiedendo il pagamento di somme considerevoli. Alcune delle università sotto indagine, pur essendo iscritte all’anagrafe delle università, non risultano accreditate ufficialmente come istituzioni universitarie.
Le indagini sono partite in seguito a segnalazioni e denunce, in particolare da parte della Flc Cgil, che ha rilevato gravi anomalie nelle attività di queste università. Secondo le accuse, alcuni di questi atenei offrirebbero abilitazioni professionali acquisite all’estero e specializzazioni linguistiche senza la necessità di sostenere esami, dietro il pagamento di 7.500 euro. Inoltre, sono stati segnalati percorsi abilitanti da 30 crediti formativi completati in soli 17 giorni, quando la legge prevede un impegno di 750 ore. Alcuni degli atenei coinvolti, hanno anche cambiato denominazione nel tempo o operano in convenzione con altre università.
La Flc Cgil ha denunciato la situazione, evidenziando la responsabilità del Ministero dell’Università e della Ricerca e del Ministero dell’Istruzione nel non aver garantito un sistema di formazione iniziale per i docenti efficace e di qualità. L’organizzazione sindacale chiede un intervento urgente per fermare questa “degenerazione” del sistema formativo italiano, che rischia di compromettere la credibilità e la qualità dell’istruzione universitaria nel Paese. L’indagine è ancora in corso, e le procure territoriali stanno esaminando le varie segnalazioni per accertare eventuali responsabilità penali oltre che amministrative.