Con l’arrivo del Capodanno a Milano spuntano le zone rosse, ossia alcune aree come piazza Duomo e i Navigli che saranno off limits per tre mesi a persone con precedenti per reati contro la sicurezza pubblica o che abbiano avuto comportamenti molesti. Quanto deciso dal prefetto di Milano però non convince molti, che parlano di limitazioni alla libertà personale. In questo caso infatti, aver pagato il proprio debito con la giustizia non basta. Scatta una discriminazione basata su un gesto compiuto nel passato che porta ad una limitazione della propria libertà personale.
A dirlo all’Ansa è il presidente delle Camere Penali italiane, Francesco Petrelli: “La sicurezza delle città deve essere oggetto di tutela e di promozione ma le strategie adottate in materia devono sfuggire alla logica della pura comunicazione ed a sviluppi illiberali. L’istituzione delle zone rosse è invece una iniziativa manifesto di dubbia utilità per la sicurezza dei cittadini e di dubbia legittimità che rischia di determinare pericolose compressioni per i diritti di libertà della persona in chiave securitaria ed anziché incrementare forme più efficienti e capillari di controllo dei territori da parte delle forze dell’ordine impone una sorta di progressiva militarizzazione del tessuto urbano”.
A Milano contrari anche alcuni consiglieri del Pd e di Azione
Sullo stesso avviso anche alcuni consiglieri di maggioranza del Consiglio comunale di Milano del Pd e di Azione, che criticano le zone rosse istituite dalla prefettura. Il consigliere di Azione Daniele Nahum, in una nota spiega che sono “una soluzione inefficace e pericolosa per la sicurezza della città. Pur riconoscendo l’importanza di garantire la sicurezza dei cittadini, ritengo che l’istituzione di zone interdette a determinate categorie di persone sia una misura sproporzionata e lesiva dei diritti fondamentali”.
Nauhm aggiunge: “Questo provvedimento, infatti, si basa su una logica di prevenzione che rischia di tradursi in una presunzione di colpevolezza. Limitare la libertà di movimento di individui sulla base di precedenti penali o comportamenti potenzialmente ‘pericolosi’ viola il principio di innocenza fino a prova contraria, pilastro del nostro sistema giudiziario”.
Dello stesso parere la consigliera del Pd Natascia Tosoni secondo cui queste “zone rosse distinguono tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Se vogliamo parlare di sicurezza questa dovrebbe essere agita su tutto il territorio urbano dalle forze dell’ordine. Mi auguro che, a differenza di altre volte, si possa discutere preventivamente questa scelta”.
Critica sul provvedimento anche Sinistra italiana Milano Metropolitana che in un comunicato “esprime un giudizio negativo e preoccupato” per quello che ritiene un “provvedimento inutile, discriminatorio e con profili di violazione dei principi costituzionali, che nasce nel solco del disegno di legge Sicurezza”. “Ci preoccupa altresì il silenzio del Comune di Milano di fronte a un provvedimento di tale portata – conclude la nota del partito -. Ora attendiamo che il Comune prenda posizione in modo netto ribadendo senza esitazioni che a Milano nessuno deve sentirsi straniero e che, a Milano, le politiche razziste e securitarie della destra troveranno sempre un argine contro cui infrangersi”.