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Cronaca

Libri e magliette per il killer di Thompson, Luigi Mangione diventa un eroe social inquetante

Killer ed eroe sui social. Si ispira niente meno che a Unabomber e impazza sul web. Dilaga in Rete il suo motto: ”Nega, difendi e deponi”, che accompagna i gadget fatti a tempo di record. È il motto inciso sui bossoli trovati sul luogo del delitto; i gadget si trovano nei negozi online come Amazon (che però li ha già rimossi), su Ebay, Etsy e Temu. Incredibile ma vero. L’America non si fa mai mancare niente, New York in particolare. E proprio dalla Grande Mela arriva l’ultima surreale vicenda.

In breve: Luigi Mangione, 26 anni, rampollo di una ricca famiglia di Baltimora, il migliore del suo liceo e laureato tre anni fa in informatica, si è costruito con una stampante 3D una pistola con cui ha ammazzato il super manager della corazzata sanitaria “United Healtcard”” davanti all’Hilton dí Manhattan. Il Ceo è stato freddato con la precisione di un sicaro di Al Capone. Poi Mangione con tutta calma è fuggito, ha girovagato per 6 giorni e alla fine è stato trovato in un McDonald’s della Pennsylvania dopo la soffiata di un cameriere che l’ha riconosciuto, l’ha denunciato, e ha incassato i 50mila dollari di taglia.

Mangione non ha opposto resistenza. E solo quando gli hanno infilato la tuta arancione, il killer Italo-americano si è messo ad urlare contro i magistrati (impegnati a decidere sulla sua indesiderata estradizione a New York) e soprattutto contro i colossi delle potenti associazioni mediche che lo hanno portato ad uccidere. Di qui l’esplosione di tifo per quello che i leoni della tastiera considerano un “eroe contro le mutue”.

Libri e magliette per l’eroe social

Mangione si “vedeva come un eroe che aveva finalmente deciso di agire contro le ingiustizie” del sistema sanitario privato americano; e come tale la Rete ( e non solo) lo ha adottato. E giù peana, elogi deliranti, esaltazioni collettive, addirittura panegirici gonfi di apologia , orale e scritta. Proprio come ai tempi di Socrate, nell’Atene classica. La Polizia è preoccupata che qualcuno lo “consideri un martire di cui seguire l’esempio”. E’ nato persino un movimento (“Free Luigi”). A tanto siamo arrivati.

Un ragazzo con problemi di salute

Dalla storia di Luigi Mangione spuntano episodi importanti. Detto di quanto era bravo negli studi al punto di essere avviato a una carriera piena di successi, c’è stato poi un ribaltone. È scappato da casa al punto che la famiglia voleva denunciarne la scomparsa; negli ultimi tempi soffriva di forti dolori alla schiena dovuti a un incidente di surf. L’intervento chirurgico che ne era seguito aveva addirittura peggiorato la situazione causandogli importanti problemi di salute.

Questa estate aveva annullato per questo motivo ogni contatto con gli amici. Luigi veniva da un clan di origine siciliana. C’è un Nicola Mangione di Enna emigrato nel 1920 per raggiungere a Baltimora il fratello Luigi. Il nonno del sospetto assassino ha fatto fortuna nelle costruzioni; uno dei 30 cugini di Luigi è un deputato del Maryland, repubblicano e conservatore, in linea col resto della famiglia che possiede anche una radio privata.

Libri e magliette per il killer di Thompson, Luigi Mangione diventa un inquietante eroe social (Fonte Ansa) – Blitz Quotidiano

Il significato della scritta sulle T-Shirt

Deny, Defend, Depose: le tre parole (difendi, nega, deponi) sono un riferimento a quelle usate dalle mutue private per negare i risarcimenti. Parole contenute nel libro del famoso giurista della Rutgers University (a New Jersey, 70mila studenti), prof. Jay M. Feinman, che critica aspramente le pratiche delle compagnie assicurative. Mangione, ispirato da questo testo, si è fatto giustiziere, un personaggio antisistema proprio come “Unabomber”, il famoso Ted Kaczynski (1942-2023), terrorista e anarchico statunitense che inviava pacchi postali esplosivi (26 vittime accertate).
Certo, stupisce la reazione sul web al suo arresto, ma dopo l’assassinio di Thompson i grandi colossi assicurativi si sono attrezzati per rafforzare la sicurezza personale dei loro leaders. Meglio tardi che mai.

Enrico Pirondini

Nato a Gonzaga nel 1949, ha fondato il quotidiano la Nuova Ferrara (gruppo l'Espresso) e il settimanale Più. È stato direttore de La Provincia di Cremona dal 1997 al 2008 e inviato speciale Mediaset (1985-1988). Dal 2009 è stato editorialista della Cronaca di Mantova e dei quotidiani Prima Pagina di Reggio Emilia e Modena.

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