Un cittadino italiano è stato fermato dalla polizia a Mosca mentre faceva volare un drone vicino al Cremlino. Lo hanno reso noto le forze dell’ordine, citate dalla Tass, precisando che il fermo è avvenuto nel pomeriggio di ieri, lunedì 5 agosto. Non si conosce l’identità dell’uomo, che secondo la polizia è un “assistente di volo di una compagnia aerea“. L’episodio è avvenuto nel parco Zaryadye. Il fermato ha detto di non essere a conoscenza del divieto di sorvolo della zona e di avere voluto solo scattare fotografie panoramiche.
L’uomo è stato rilasciato
L’uomo è di nazionalità italiana ed argentina e lavora per la Emirates. Secondo fonti russe, “nei confronti dell’autore del reato è stato redatto un protocollo amministrativo basato sulla violazione delle regole per l’uso dello spazio aereo”. Il suo drone è stato sequestrato e verrà sottoposto ad esame. Il consolato generale d’Italia a Mosca si è subito attivato per seguire il caso e l’uomo è stato rilasciato dopo un giorno, senza nessuna conseguenza penale.
Il divieto di utilizzare droni
Il divieto dell’utilizzo di droni è stato deciso dalle autorità russe per sventare gli attacchi compiuti dall’inizio della guerra in Ucraina, avvenuti anche con i droni. Attacchi che Kiev ha sempre negato di aver organizzato. Nel maggio del 2023, ci fu un attacco che, a detta dell’ufficio presidenziale russo, venne organizzato dalle forze armate ucraine. In quell’occasione si era tentato di colpire con droni la residenza del Cremlino di Vladimir Putin. “A seguito delle azioni tempestive intraprese dai servizi militari e speciali che utilizzano sistemi di guerra radar, i dispositivi sono stati disabilitati”, aveva scritto l’agenzia di stampa Ria Novisti. Putin, in quell’occasione non si trovava al Cremlino.