Le ha sparato una prima volta e quando è caduta in terra ha gridato “alzati”. Le ha sparato ancora, due volte. Quindi si è voltato, ha puntato la pistola verso se stesso e ha premuto il grilletto per la quarta volta. L’ultima. La piazza del municipio di Collegno, città di 48 mila abitanti della cintura di Torino, si è tinta di sangue e paura questa mattina alle 11 quando Francesco, pensionato di 81 anni, ha ucciso Anna, 82 anni, sua compagna da una vita, per poi suicidarsi.
La donna, raggiunta dai proiettili al collo e all’addome, non è morta subito. I soccorritori della Croce Verde hanno tentato a lungo di rianimarla direttamente sul posto. Ma la gravità delle ferite è stata superiore ai loro sforzi. Il decesso si è verificato alle 12:55 all’ospedale di Rivoli, dove la Anna è stata portata con una corsa che si è rivelata inutile. Il quadro che sta emergendo dagli accertamenti dei Carabinieri è quello di un uomo “catturato” da una brutta malattia e profondamente depresso. Le liti in casa erano diventate frequenti. Lui alzava la voce. “Mi hai rovinato la vita” era una delle frasi che i vicini sentivano più spesso. Qualcuno dice di averla sentita anche in piazza subito prima che risuonassero gli spari. Stamani Francesco è andato a prendere un caffè al bar. E’ rincasato ed è di nuovo sceso con Anna. Poteva essere una normale passeggiata di due coniugi anziani. Invece, all’improvviso, lui si è messo a gridare; poi ha estratto una Smith & Wesson (detenuta irregolarmente secondo gli investigatori) e ha fatto fuoco nel fuggi-fuggi terrorizzato di passanti e dipendenti comunali.
La coppia aveva un figlio, di 53 anni, al quale i Carabinieri rivolgeranno qualche domanda per cercare di scolpire i contorni della vicenda in maniera più netta. Il sindaco di Collegno, Matteo Cavallone, parla senza mezzi termini di “femminicidio“. “Questo drammatico evento – è il suo messaggio social – ci ricorda che la violenza, in qualsiasi forma e a qualsiasi età, è inaccettabile. È nostro dovere come comunità non solo condannare tali atti, ma anche lavorare insieme per prevenire simili tragedie in futuro. Dobbiamo essere vigili, ascoltare, supportare chiunque possa trovarsi in una situazione di vulnerabilità. Chiedo a tutti voi di unirvi a me in un momento di silenzio per onorare la memoria di chi ha perso la vita in circostanze così inique. Insieme, possiamo costruire un futuro in cui l’amore e il rispetto prevalgano sulla violenza. Scusaci Anna”.
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