L’ambulatorio medico situato in via Pavese nel quartiere Eur di Roma, potrebbe sembrare un comune studio in condominio, simile a quelli di un medico di base. Tuttavia, questo centro, apparentemente semplice, veniva pubblicizzato sui social come un luogo dove si praticavano tecniche innovative di estetica, presumibilmente apprese in Brasile dai due medici. Grazie a video accattivanti e testimonianze entusiastiche, padre e figlio erano riusciti ad attrarre pazienti da tutta Italia, offrendo interventi estetici all’avanguardia che promettevano risultati rapidi e non invasivi.
Tra i pazienti arrivati allo studio c’era Agata Margaret Spada, una ragazza di 22 anni proveniente dalla provincia di Siracusa. Margaret si era rivolta allo studio per una rinoplastica non chirurgica, un intervento ambulatoriale che consiste in un’iniezione di filler per modificare temporaneamente la forma del naso. L’intervento era stato preventivato in 2.800 euro, pagabili presumibilmente in contanti, ma i Carabinieri del Nas, dopo la tragedia, non hanno trovato documentazione contabile di questo trattamento. Inoltre, non sono emersi referti o cartelle cliniche riguardanti la giovane, sollevando dubbi sulle modalità operative dei medici e sulla trasparenza dello studio.
Al momento dell’intervento, Margaret era accompagnata dal fidanzato, il quale, intuendo che qualcosa non stesse andando per il verso giusto, ha provato a entrare nella sala d’intervento e ha filmato il momento critico. Nel video, si vedrebbe il tentativo di rianimazione su Margaret, che subito dopo l’iniezione avrebbe iniziato a manifestare tremori, nausea e capogiri. La ragazza è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio, ma, dopo tre giorni di coma, è deceduta. L’ipotesi principale è che si sia trattato di uno shock anafilattico; tuttavia, gli esami tossicologici disposti potranno fornire ulteriori dettagli.
Uno dei punti cruciali delle indagini riguarda il contenuto dell’iniezione somministrata a Margaret. La giovane, prima di recarsi nello studio, aveva inviato via WhatsApp un elettrocardiogramma e alcuni risultati delle analisi del sangue, ma non è chiaro se fosse consapevole di una possibile allergia al farmaco usato o se fosse stata informata sui rischi dell’intervento. La documentazione del consenso informato, obbligatoria in questi casi, non è stata trovata, e non si sa se le sia stata posta la domanda sulle eventuali intolleranze ai farmaci. Margaret, attirata dai video su TikTok, si era fidata della professionalità dei medici senza avere una chiara percezione dei rischi.
L’indagine non si concentra solo sulla procedura specifica, ma anche sulle condizioni operative generali dello studio. L’avvocato della famiglia della ragazza, Alessandro Vinci, ha sottolineato che lo studio potrebbe non essere stato adeguatamente attrezzato per gestire situazioni di emergenza. Gli investigatori stanno verificando se l’ambulatorio operasse in un regime autorizzato e se avesse le certificazioni necessarie per interventi estetici anche più complessi di una semplice rinoplastica non chirurgica. Sul sito internet dello studio, infatti, venivano pubblicizzati interventi estetici anche invasivi, descritti come sicuri e minimamente invasivi, e con la promessa di un’assistenza costante da parte di un team qualificato.
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