Un clima di grande tensione e preoccupazione avvolge Traversetolo, un comune nel Parmense, dove recentemente sono stati rinvenuti nel giardino di una villetta i corpi di due neonati. Questi piccoli, nati da una giovane madre di ventunanni, sono stati scoperti sepolti a breve distanza l’uno dall’altro. La vicenda ha scosso profondamente la comunità, sollevando interrogativi e voci che si rincorrono tra i residenti.
Accuse e indagini
Chiara Petrolini è attualmente agli arresti domiciliari, accusata di omicidio volontario, soppressione e occultamento di cadavere. La giovane madre, secondo le informazioni trapelate, sarebbe stata vittima di violenza sessuale alcuni mesi prima di rimanere incinta del primo bambino. Tuttavia, al momento non ci sono prove concrete che confermino tali affermazioni, né riscontri sull’identità del presunto aggressore, un giovane con cui avrebbe trascorso una serata tra amici. È emerso che la giovane non ha sporto denuncia per l’abuso, il che rende complicata la perseguibilità del presunto responsabile.
Durante l’interrogatorio di garanzia, tenutosi giovedì mattina dinanzi al giudice per le indagini preliminari Luca Agostini, Chiara ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. L’avvocato Nicola Tria, che la rappresenta, ha spiegato che questa decisione è di natura tecnica e non esclude la possibilità di future dichiarazioni da parte della giovane. “È una storia tragica e complessa”, ha dichiarato il legale, aggiungendo che alcuni aspetti della vicenda restano ancora oscuri.
Le indagini proseguono
Le indagini stanno procedendo, e i genitori di Chiara hanno ricevuto i telefoni cellulari sequestrati, i quali sono stati oggetto di copie forensi. Questo passo è stato intrapreso per non trascurare alcuna pista.
Un aspetto critico da chiarire riguarda l’uso di farmaci da parte di Chiara. Gli investigatori hanno trovato una ricerca sul web di Chiara relativa a come procurarsi l’ossitocina, un farmaco comunemente usato per indurre contrazioni durante il parto e, in alcuni casi, per abortire. Tuttavia, gli inquirenti continuano a sostenere che i genitori della ragazza non fossero a conoscenza della situazione.