A partire da oggi, 14 dicembre, anche in Veneto, entra in vigore una delle novità previste dal nuovo Codice della Strada: la sospensione breve della patente, che può durare da 7 a 15 giorni, senza necessità di passare dal verdetto del prefetto. Questa misura colpisce circa 78.231 conducenti (dato aggiornato al 20 novembre), che hanno già accumulato meno di 20 punti sulla patente, contro i 30 consentiti dalla normativa. Con la nuova legge, sarà sufficiente commettere una sola infrazione, come passare con il semaforo rosso, sorpassare dove vietato, viaggiare senza cinture di sicurezza o utilizzare il cellulare mentre si guida, per vedersi sospendere la patente.
Controlli intensificati da parte delle forze dell’ordine
Le polizie locali sono pronte a rafforzare i controlli su strada, in particolare su infrazioni come l’uso del telefono mentre si guida, una delle principali cause di distrazione. Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona, ha dichiarato che i controlli saranno intensificati e che i cittadini stanno già chiedendo chiarimenti. I più vulnerabili a queste nuove regole sono i quasi 80.000 veneti con meno di 20 punti sulla patente. Tra le province, Treviso e Padova sono quelle con il maggior numero di conducenti a rischio, seguite da Verona e Vicenza.
Le nuove sanzioni: nessuno sconto più sui telefoni
Un altro cambiamento significativo riguarda le sanzioni per chi viene sorpreso a usare il telefono alla guida. Non sarà più possibile beneficiare di uno sconto del 30% sulle multe se si paga entro 4 giorni. La sospensione della patente varierà in base ai punti rimasti: 7 giorni per chi ha più di 10 punti e 15 giorni per chi ha meno di 10. Inoltre, la recidiva comporterà una multa pesante, fino a 1.400 euro.
Le critiche delle famiglie delle vittime della strada
Tuttavia, alcune critiche sono emerse da parte delle associazioni, come quella dei familiari delle vittime della strada. Paola Conte, referente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, ha espresso preoccupazione per la reale capacità delle forze dell’ordine di effettuare controlli efficaci, data la carenza di personale. Secondo Conte, la riforma non affronta la prevenzione in modo adeguato e avrebbe preferito un maggior investimento in sensibilizzazione e educazione stradale, in particolare nelle scuole.