Non era stata una bella giornata per il ragazzo di 19 anni che venerdì notte ha ucciso Manuel Mastrapasqua. Nervoso e desideroso di scaricare la tensione, era uscito di casa armato di coltello, convinto che Rozzano, di notte, fosse un posto pericoloso: “Per questo me l’ero portato”. Il giovane assassino, che in passato aveva già avuto problemi con la giustizia, ha affermato di aver agito senza pensarci troppo: “Non pensavo di averlo ucciso”.
Il 19enne era già noto per i suoi guai con la legge, compresi furti e tentate rapine. Nonostante le difficoltà, suo padre cercava di tenerlo a bada, ma il giovane non aveva mai completato gli studi e frequentava cattive compagnie. La sera dell’omicidio, dopo aver bevuto qualche cocktail, si era confrontato con Manuel, chiedendogli “dammi qualcosa”. L’alterco si è concluso tragicamente con la morte del 31enne, che stava chattando con la fidanzata al momento dell’attacco.
Dopo aver confessato alla madre di aver accoltellato un uomo, il ragazzo ha tentato di fuggire, programmando di raggiungere la Francia in treno. Il padre, ignaro della vera situazione, lo accompagnato alla stazione. Pochi dettagli sono noti sulla sequenza degli eventi, ma il telefono di Manuel, che conteneva un messaggio audio importante, potrebbe rivelarsi cruciale per le indagini. Inoltre, la testimonianza della fidanzata e delle telecamere di sicurezza potrebbe fornire ulteriori informazioni sul tragico evento.
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