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Orlandi e Gregori, Marco Fassoni Accetti: “Sono io il responsabile, ma non mi avete creduto, bollandomi mitomane”

Emanuela Oralandi e Mirella Gregori, il mistero di due  quindicenni sparite nel nulla 40 anni fa. Torna alla ribalta il fotografo Marco Fassoni Accetti. Pino Nicotri gli ha parlato.

Fassoni Accetti, scusi: lei ha davvero telefonato alla signora Maria Antonietta Gregori specificando che indumenti aveva sua sorella Mirella il giorno in cui è scomparsa?

“Guardi, Nicotri, io coi giornalisti non voglio più parlare. Avete detto che sono un mitomane, no? E allora perché fare domande a un mitomane? Come si può credere a ciò che risponde?”.

Beh, ma..

“Guardi, di recente mi hanno telefonato i magistrati Erminio Amelio e Alessia Miele per chiedermi di Alessia Rosati, la studentessa romana di Lettere militante di sinistra sparita nel luglio del 1994. Ho sempre detto che il rapimento  della Rosati era stato organizzato dal mio gruppo, lo stesso che dieci anni prima aveva promosso l’allontanamento della Orlandi. Ma Alessia sparì davvero e il mio gruppo non poté fare nulla. Io Alessia l’ho incontrata, si è anche fermata a dormire da me”.

Ricordiamo cosa ha dichiarato a suo tempo Accetti riguardo i motivi per cui il suo “gruppo” voleva rapire Alessia Rosati.

“In quel periodo era esploso lo scandalo dei fondi neri nel servizio segreto civile. Nostro obiettivo era indurre Alessia a sparire, simulando un sequestro, per fare pressioni su alcuni elementi del Sisde, che avremmo ricattato proprio in relazione alla sorte di questa giovane donna”.

“Ai magistrati ho detto “Sono un mitomane, no? E allora che volete da un mitomane?”. E  li ho mandati al diavolo”. 

Non vuole parlare di Emanuela e neppure della camicetta bianca

e della bara scomparsa di Katty Skerl? Figlia 17enne di un regista americano, iscritta al liceo artistico di Ponte Milvio, trovata morta a Grottaferrata, in provincia di Roma, il 21 gennaio 1984.

“E’ da un bel pezzo che dico, anche con atto depositato alla Procura della Repubblica,  che è un indizio importante la marca, da me resa nota, della camicetta bianca fatta indossare al cadavere della ragazza e che è sparita la bara perché chi l’ha uccisa ha voluto fare sparire le prove.  Ma nessuno mi ha dato retta. Sono un mitomane… Devo mandare al diavolo anche lei?”.

Ci so andare da solo, ma prima le vorrei far notare una cosa su Emanuela e le altre

Lei a quanto pare sa che indumenti indossavano Mirella Gregori e Katty Skerl, inoltre sapeva che Emanuela Orlandi quando è scomparsa aveva le mestruazioni, come è stato confermato. Lei è un fotografo, e ci sono le prove che amava fotografare anche minorenni, sia pure col consenso scritto dei loro genitori. Non crede che potrebbe venire il sospetto che lei quelle cose le sa perché quelle ragazze le ha fotografate proprio il giorno in cui sono sparite? Il che potrebbe significare che le ha fatte sparire lei.

“Ma che si pensi quello che si vuole pensare, a me che me ne importa? Sono un mitomane, no? Inoltre per la scomparsa di Emanuela e Mirella, di cui mi sono auto accusato, sono uscito indenne, cioè non condannato e anzi accusato di calunnia e auto calunnia, perciò  non posso essere processato una seconda volta. E poi quando è stata uccisa la Skerl io ero in carcere a Rebibbia per la nota faccenda dell’avere investito e ucciso senza accorgermene il ragazzino Josè Garramon”. 

Sì, ma Emanuela…

“Sì, ma pensate tranquillamente tutto quello che vi pare. Io sono il responsabile, lasciamo stare le fazioni vaticane, i codici e annessi e connessi, e badiamo al sodo”

Sarebbe a dire?

“Non “sarebbe”, ma “è” a dire. Il sodo è che io sono il responsabile di quelle due scomparse, ma anziché essere creduto sono stato bollato come mitomane”.

Sì, ma…

“Ma io, come le ho detto, con i giornalisti non voglio più parlare. Amen”.

Amen.

Pino Nicotri

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