Giubileo, partenza col botto: avvio di fatto lunedì da Porta Pia con l’inaugurazione dell’area che collega Castel Sant’Angelo a via della Conciliazione, opera simbolo dell’evento epocale. Avvio ufficiale martedì, vigilia di Natale, con l’apertura della Porta della basilica di San Pietro, le celebrazioni della Natività e giovedì l’apertura nel carcere di Rebibbia.
Papa Francesco, dopo aver presieduto in Mondovisione la Messa della notte di Natale, diffonderà giovedì il Messaggio Urbi et Orbi (“a Roma e al mondo”). Roma più che mai “caput mundi” (“capitale del mondo”), crocevia di molteplici attività.
L’Anno Santo (24 dicembre 2024 – 6 gennaio 2026) è indubbiamente un evento di portata mondiale, con oltre 32 milioni di arrivi da tutto il pianeta e con una ricaduta complessiva stimata in 16,7 miliardi di euro, come ha calcolato Isnart-Unioncamere, l’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche. Ingenti le misure di sicurezza, mobilitati centinaia di agenti. Detto ciò, ci sono già i primi segnali emblematici di questo Giubileo che apre la porta alla speranza. Vediamoli.
Lo ha chiamato così Giorgia Meloni. Definizione condivisa dai più. Chiaro il riferimento a ciò che si è visto lunedì a piazza Pia: un governo di centrodestra insieme alla giunta comunale di sinistra; felici e sorridenti di inaugurare, fianco a fianco, le prime opere realizzate per il Giubileo.
C’erano tutti, in testa il quartetto che non ti aspetti: Meloni, Salvini, Gualtieri, Rocca. Mai vista la Politica tanto unita. E tutto ha funzionato. Palazzo Chigi, Regione, Campidoglio, Soprintendenze, grandi imprese hanno saputo fare squadra; e anche la burocrazia ha collaborato. Se questo non è un miracolo, poco ci manca. Vien da dire: peccato che il Giubileo si faccia ogni 25 anni.
Secondo miracolo, a parere di molti (quorum ego): Biden ha accolto l’appello del Papa ed ha commutato 37 condanne a morte in ergastolo. Il presidente uscente degli Stati Uniti, chiamato al telefono dal Pontefice, ha prontamente esaudito la preghiera di Bergoglio salvando uomini e donne rinchiusi nel braccio della morte.
Di più: come si legge in una nota della Casa Bianca, “Biden crede che l’America debba fermare l’uso della pena di morte a livello federale. Fatta eccezione per i casi di terrorismo e di omicidio di massa motivato dall’odio”. Papa Francesco aveva mandato a Biden un primo appello nell’Angelus dell’Immacolata (8 dicembre). Il 10 gennaio Joe Biden sarà a Roma.
Non solo per la “martoriata Ucraina” o per Gaza (“Non è guerra, è crudeltà”), ma anche per le (troppe) guerre dimenticate come in Congo (corsa al cobalto) o in Sudan, dove ci si ammazza per il controllo dei giacimenti d’oro. Ha detto Papa Francesco: “A Natale tacciano le armi su scuole, chiese ed ospedali. E risuonino i canti natalizi”. Ma Putin e Netanyahu continuano a fare i sordi.