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Ponziopilatismo, così Paolo Flores bolla l’odio della sinistra per Boualem Sansal (nella foto), e il M5S si pente - Blitzquotidiano.it (foto Ansa)
Ponziopilatismo è la parola con cui Paolo Flores d’Arcais ha bollato il voto contrario di parte della sinistra, incluso il M5S, su una mozione del Parlamento europeo in difesa dello scrittore algerino Boualem Sansal, in carcere nel suo Paese per i suoi scritti.
La sua colpa? Essere troppo laico e anti-islamico. Ergo filo israeliano.
Un effetto l’invettiva di Flores lo ha raggiunto: i parlamentari europei del partito grillino hanno fatto marcia indietro e hanno chiesto scusa, non solo ai loro elettori ma anche a tutti i lettori.
Flores ha premesso al suo articolo su Micromega questo titolo:
“Sansal e il ponziopilatismo di intellettuali e politici europei”. Sottotitolo: “La comunità mondiale degli scrittori non si è mobilitata in difesa di Boualem Sansal. Una situazione indecorosa di ponziopilatismo”.
Flores e il Ponziopilatismo per Boualeem Sansal
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Boualeem Sansal, spiega Flores, è stato arrestato tre mesi fa (il 16 novembre). Sansal ha la doppia nazionalità, algerina e francese, ma al suo avvocato di Parigi, François Zimeray, la dittatura di Algeri ha continuato a negare il visto e dunque la possibilità della sua assistenza legale.
Boualem Sansal, scrive Flores, ha settantacinque anni, ha un tumore, ha bisogno di urgenti cure mediche, alcuni tra i più noti oncologi francesi hanno chiesto di poter andare a visitarlo e curarlo, ma il regime tirannico algerino ha rifiutato.
Boualem Sansal non ha compiuto nessun crimine, avverte Flores. Ma, ci ricorda, a scrivere contro corrente si rischiano la galera e la morte.
La sua unica arma è la penna, quella di un grande scrittore che con la penna ha scritto romanzi che criticano l’islam e una dichiarazione sulla controversia tra Algeria e Marocco sulla sovranità del Sahara occidentale che il regime di Algeri non ha gradito. L’Algeria ha firmato le varie convenzioni internazionali sulla libertà di espressione, ma una dittatura può trasformare una critica in delitto e tradimento, ad libitum.
La comunità mondiale degli scrittori non si è mobilitata in difesa di Boualem Sansal. Solo quella francese, e casi isolati di intellettuali di altri paesi. Una situazione indecorosa di ponziopilatismo, commenta Flores.
Per quanto distanti per opinioni politiche o religiose, tutti gli scrittori, tutti gli intellettuali almeno una cosa dovrebbero avere in comune: la difesa della loro libertà di esprimersi. Uno dei rari casi in cui un interesse corporativo è interesse e valore universale.
Il voto del Parlamento europeo
Il parlamento europeo, nella seduta del 23 gennaio, ha votato una risoluzione che chiede l’immediata scarcerazione di Boualem Sansal e degli altri cittadini algerini detenuti per “crimini” di libero pensiero. All’unanimità, si immagina. Visti i princìpi che l’Unione europea sventola, avrebbe dovuto essere ovvio.
E invece no. Su 605 presenti e votanti vi sono stati 48 astenuti e 24 voti contrari. Indecenza e vergogna non sono termini adeguati. Una vera infamia, come minimo. Resa ancor più dolorosa dalla circostanza che questi voti favorevoli o indifferenti al crimine che la dittatura algerina sta compiendo con la prigionia di Boualem Sansal sono spesso “di sinistra”, di parlamentari che si immaginano o si spacciano per progressisti (quando non rivoluzionari). La sinistra si caratterizza per giustizia-e-libertà. Molti di questi voti appartengono piuttosto all’onda lunga dello stalinismo.
Tra quanti, votando contro la mozione, si rallegrano, di fatto e materialmente, per la galera di Boualem Sansal, spicca innanzitutto Rima Hassam, pasdaran di Mélenchon e della sua “La France Insoumise”. 33 anni, politica, giurista e attivista palestinese naturalizzata francese nel 2010, non ha fatto mancare la sua simpatia per i tagliagole di Hamas difendendo l’efferata strage del 7 ottobre 2023. Mélenchon, da perfetto “rivoluzionario” del narcisismo, ne ha fatto la sua punta di diamante al parlamento europeo e sui media.
Manon Aubry, che di “La France Insoumise” è stata la capolista, si è invece astenuta. Non si rallegra dunque dei ceppi per Boualem Sansal, ne è invece indifferente, questo e quello per lei pari son (“Odio gli indifferenti”, scriveva un rivoluzionario vero, Antonio Gramsci).
Tra i voti contrari spicca anche quello di Carola Rackete, benemerita per salvataggi di migranti in mare, che con questo gesto insozza la sua intera biografia di militante, perde ogni credibilità, finisce nell’ignominia.
E veniamo agli italiani. Gli eletti nella lista “Alleanza Verdi e Sinistra” hanno votato compatti per la libertà di Boualem Sansal, a iniziare da Ilaria Salis che ha conosciuto la galera del mezzo despota Orbán ed è stata votata proprio perché per il dissenso democratico la galera diventi una ipotetica del terzo tipo.
Hanno invece votato compatti contro la mozione, dunque per la galera di Boualem Sansal, gli eletti del M5S di Conte. So per certo, per contatto diretto, che alcuni di loro hanno poi avuto una crisi di coscienza e di vergogna per quel voto infame. Spero che trovino il modo di dirlo pubblicamente, che era doveroso votare sì. Pubblicamente, perché il pentimento in politica non può essere come quello cattolico, auricolare, nel confessionale.
Il mondo italiano della cultura può fare qualcosa, per la liberazione di Boualem Sansal? Forse non molto, i despoti algerini alle proteste degli intellettuali irridono. A maggior ragione questo “non molto” va fatto tutto. Ad esempio: al prossimo Salone del libro di Torino, una delle manifestazioni culturali più importanti del paese, potrebbe essere dedicata a Boualem Sansal, alla sua opera, al suo “caso”, una intera giornata di incontri, o una iniziativa di rilievo in ciascuna giornata del Salone. Sono certo che il suo direttore, Annalena Benini, ha la sensibilità adeguata. E altrettanto potrebbe fare ogni iniziativa culturale di rilievo. È sperare troppo?
Con giustificata soddisfazione, pochi giorni dopo Micromega ha diffuso la notizia che “in seguito al mio articolo uscito su MicroMega online del 4 febbraio “Sansal e il ponziopilatismo di intellettuali e politici europei”, i parlamentari europei del M5S hanno inviato il seguente comunicato:
Per quanto riguarda la risoluzione votata al Parlamento europeo lo scorso 23 gennaio che chiede la liberazione dello scrittore algerino Boualem Sansal ci preme sottolineare che abbiamo seguito la lista di voto del gruppo The Left e le indicazioni arrivate da La France Insoumise. Votare contro nel voto al testo finale è stato un errore di cui ci scusiamo con i nostri elettori, ma anche con tutti i cittadini che hanno a cuore i diritti umani e la libertà.
La delegazione del M5S al Parlamento europeo.
Riconoscere un proprio errore, commenta Flores, dovrebbe essere il comportamento normale di un animale mammifero che si è autodefinito Homo sapiens. Infatti, errare humanum, mentre perseverare diabolicum, e non riconoscere l’errore è la via più sicura per perseverarvi. Ben venga dunque da parte del M5S di Giuseppe Conte il riconoscimento che il voto al parlamento europeo, contrario alla mozione che chiedeva la liberazione dello scrittore franco-algerino Boualem Sansal, è stato un errore di cui si scusa non solo con i propri elettori ma anche “con tutti quei cittadini che hanno a cuore i diritti umani e la libertà”.
Tanto più che riconoscere i propri errori è diventata pratica sempre più rara, presso i politici è addirittura l’araba fenice: “Che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa”.
Questo gesto di onestà intellettuale, tanto più apprezzabile perché presso i politici ormai introvabile, suona anche come critica esplicita al gruppo europarlamentare The Left di cui gli eletti M5S fanno parte, e in modo particolare a La France Insoumise che su questo tema ne ha dettato la linea. Il che, immagino, ma anche spero, non potrà non avere ripercussioni sulla coabitazione del M5S nello stesso gruppo parlamentare con La France Insoumise.
Il partito di Mélenchon viene infatti indicato nel comunicato come il responsabile primo della scelta scellerata di votare contro la mozione per la liberazione di Boualem Sansal, a cui per colpevole leggerezza, di cui ora fanno ammenda, i parlamentari del M5S si sono accodati. Convinti che i loro colleghi francesi nella Left, La France Insoumise, appunto, data la maggiore conoscenza del caso, avessero fondati motivi per proporre una linea di condotta che ora viene riconosciuta come scellerata, visto che viene definita “contraria a chiunque abbia a cuore i diritti umani e le libertà”. Dunque, democraticamente parlando, scelleratissima e che più reazionaria non si può.
Vedremo se La France Insoumise replicherà, o se tacendo riconoscerà implicitamente di aver tradito i valori più elementari di una forza progressista. E vedremo se le altre componenti nazionali di The Left avranno anch’esse il soprassalto di dignità mostrato dal M5S o preferiranno il perseverare diabolicum di calpestare diritti umani e libertà.