Il dipartimento del Turismo in Nepal ha di recente annunciato che da settembre i prezzi per scalare l’Everest saranno più alti. La decisione segue una direzione del governo ben precisa, quella adottata per rendere i controlli più severi e per far fronte a diverse problematiche come quella del sovraffollamento.
Everest, prezzi aumentati
Quella di scalare l’Everest, la vetta più alta del mondo, è naturalmente un’impresa gigantesca, tanto in termini fisici e mentali quanto in quelli puramente economici. Di recente, il governo nepalese ha annunciato un significativo aumento dei prezzi dal prossimo settembre in merito ai permessi rilasciati per scalare la montagna. Si fa riferimento a un aumento di circa il 36% e riguarda nello specifico il percorso che passa dal Colle Sud, quello celebre della prima spedizione documentata, nel 1953, da Edmund Hillary e Tenzing Norgay.
Più nel dettaglio, il permesso durante l’alta stagione (tra aprile e maggio) avrà un prezzo pari a 15mila dollari. Il prezzo corrente al momento è di 11mila. La scalata dell’Everest in bassa stagione (tra dicembre e febbraio), sconsigliata a causa delle condizioni meteo proibitive, avrà un costo di 7.500 dollari. Quello corrente è un prezzo che si aggira intorno ai 3.750 dollari.
Il problema del sovraffollamento
Perché il governo ha deciso di aumentare i prezzi? L’Everest è una risorsa turistica estremamente importante per il Nepal e per questo va conservata e regolamentata nella maniera più adatta possibile. Narayan Prasad Regmi, direttore del dipartimento del Turismo nepalese, ha dichiarato che i costi dei permessi per scalare la montagna non venivano aggiornati da troppo tempo e che quindi dovessero subire determinate modifiche. La decisione, però, segue anche la volontà del governo di mantenere una certa cautela affinché il settore non venga danneggiato.
Ogni anno, per scalare l’Everest, vengono forniti oltre 300 permessi, quelli che permettono agli scalatori stranieri di accedere alla montagna. C’è poi da considerare anche la presenza necessaria delle guide nepalesi. Questo cospicuo numero di persone comporta una serie di problematiche, in particolare quella del sovraffollamento, oltre alla massiccia produzione di vari rifiuti. Per far fronte a quest’ultimo problema, per esempio, ogni anno vengono organizzate specifiche spedizioni per raccogliere la spazzatura sulla montagna lasciata dagli alpinisti, come lattine, residui di tende e bombole di ossigeno vuote.