I bambini “gifted”, ossia dotati di un quoziente intellettivo superiore a 130, spesso si trovano ad affrontare problemi di noia a scuola. Questo accade perché il tradizionale metodo di insegnamento non è in grado di stimolarli adeguatamente, portandoli a distrarsi, muoversi in continuazione o, in casi estremi, a perdere completamente l’interesse per lo studio. Questo fenomeno è stato osservato in molti casi, specialmente tra i più piccoli, che manifestano disagio fisico muovendosi molto, mentre i ragazzi più grandi possono attuare una sorta di protesta passiva contro l’istituzione scolastica, rifiutando di studiare. La conseguenza? Spesso un rendimento scolastico insufficiente e, nei casi più estremi, la bocciatura.
Il caso di Filippo, un ragazzino di 12 anni di Vicenza, ne è un esempio chiaro. Filippo, dotato di un’intelligenza superiore alla media, ha perso interesse per la scuola a causa della noia e del mancato stimolo da parte del sistema educativo, tanto da essere bocciato per “scarso rendimento”. Secondo l’avvocata dei genitori, Ermelinda Maulucci, questa è una situazione comune tra i bambini plusdotati, che non trovano la scuola tradizionale compatibile con le loro capacità cognitive avanzate. I gifted spesso non sviluppano un metodo di studio strutturato nei primi anni di scuola, dato che riescono a seguire le lezioni senza troppo sforzo. Tuttavia, quando passano a un livello scolastico più avanzato, come le scuole superiori, incontrano maggiori difficoltà a mantenere il passo.
Per evitare situazioni come quella di Filippo, il Ministero dell’Istruzione ha stabilito la necessità di piani didattici personalizzati (PDP) per i bambini plusdotati. Una direttiva del 27 dicembre 2012, confermata da una nota del 2019, inserisce i bambini gifted tra gli alunni con bisogni educativi speciali (BES). Ciò significa che la scuola è tenuta a valutare e adottare metodologie didattiche personalizzate e inclusive, per garantire che anche gli alunni con alto potenziale cognitivo ricevano un’educazione adeguata alle loro capacità. Un approccio mirato e strutturato è essenziale per evitare che i gifted si annoino e abbandonino il percorso scolastico, con il rischio di compromettere il loro potenziale.
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