
Ramy Elgaml, la perizia scagiona il carabiniere. Il 19enne morto per lo schianto contro il palo (foto ANSA) - Blitz quotidiano
La perizia cinematica condotta dall’ingegnere Marco Romaniello per conto della Procura ha confermato che l’operato del carabiniere alla guida dell’Alfa Romeo Giulietta è stato conforme alle procedure previste per gli inseguimenti. Il documento, realizzato nell’ambito delle indagini sulla morte di Ramy Elgaml, deceduto la notte del 24 novembre dopo un inseguimento, sottolinea che il conducente dell’auto di servizio ha agito attenendosi ai protocolli delle Forze dell’Ordine.
L’analisi dell’incidente e la manovra improvvisa
Secondo l’esperto, la reazione del carabiniere è stata adeguata e controllata, nonostante l’imprevedibilità della manovra eseguita dal conducente del motoveicolo Yamaha, Fares Bouzidi. Quest’ultimo avrebbe improvvisamente cambiato traiettoria, rendendo impossibile un’azione difensiva efficace. Il consulente evidenzia inoltre che la causa determinante del decesso di Ramy Elgaml è stata l’impatto con un palo semaforico, che ha arrestato la sua caduta dopo lo scontro.

Il comportamento del motociclista e l’inseguimento ad alta velocità
La perizia sottolinea come Bouzidi abbia ignorato l’alt dei carabinieri, dando il via a un inseguimento a velocità elevatissima per le strade cittadine. Il motociclista avrebbe guidato in modo estremamente pericoloso, attraversando incroci con il semaforo rosso, sfiorando altri veicoli e percorrendo curve cieche in contromano. Questa condotta avrebbe determinato l’evoluzione dell’inseguimento e il suo tragico epilogo.
Otto minuti di inseguimento e le conseguenze sulla lucidità
Uno degli elementi chiave della perizia è la durata dell’inseguimento, pari a circa otto minuti, un tempo estremamente lungo per una guida così intensa e rischiosa. L’affaticamento cognitivo e il calo della concentrazione potrebbero aver giocato un ruolo nella decisione finale del motociclista di cambiare traiettoria, causando la collisione con l’auto di servizio.
Infine, l’analisi dei video delle telecamere comunali ha smentito l’ipotesi di un urto preliminare tra la Giulietta dei carabinieri e il motoveicolo. Il report dimostra che nella zona non coperta dalle telecamere non è avvenuto alcun contatto tra i due mezzi, contrariamente a quanto suggerito dalla Polizia Locale di Milano.