Dal 2025, la Legge di Bilancio prevede l’adozione obbligatoria del formato digitale per la ricetta medica, sia quella “rossa” del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), sia la “bianca” che riguarda i farmaci a carico dei cittadini. Il passaggio al digitale, già avviato durante la pandemia, diventerà dunque una prassi permanente, portando con sé significativi cambiamenti per i medici e i pazienti. Tuttavia, la piena implementazione di questa transizione non sarà priva di sfide tecniche, dato che il sistema digitale presenta frequenti malfunzionamenti.
Con il nuovo sistema, i pazienti non avranno più bisogno di recarsi fisicamente dal medico per ottenere le ricette, ma potranno riceverle tramite mail, messaggi o altre modalità telematiche. Questa digitalizzazione intende migliorare l’accesso alle prescrizioni, rendendole facilmente reperibili e riducendo la necessità di documentazione cartacea. Tuttavia, per coloro che hanno poca dimestichezza con la tecnologia, come gli anziani, resterà comunque possibile ottenere la versione cartacea della ricetta.
Per Federfarma, la federazione nazionale dei farmacisti, la transizione alla ricetta elettronica pone sfide tecniche significative. Sebbene oggi il 98% dei farmaci sia già prescritto digitalmente, le reti di supporto (Sistema di Accoglienza Centrale – Sac e i Sistemi di Accoglienza Regionali – Sar) soffrono di frequenti blocchi e malfunzionamenti. In questi casi, la mancanza di connessione impedisce ai farmacisti di accedere alla prescrizione e quindi di erogare i farmaci. Secondo Gianni Petrosillo di Federfarma, introdurre un “promemoria” con il nome del farmaco potrebbe permettere la distribuzione provvisoria del medicinale, in attesa di risolvere i problemi tecnici.
La digitalizzazione delle ricette è una sfida anche per la popolazione anziana, che spesso incontra difficoltà con le tecnologie. Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, sottolinea che molti over 65 non sono in grado di scaricare le ricette online e avverte che una dematerializzazione completa delle prescrizioni potrebbe impedire l’accesso ai farmaci. Scotti suggerisce che mantenere una modalità cartacea potrebbe essere indispensabile per garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro competenze digitali, l’accesso alle cure.
Anche tra i medici emergono perplessità: Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), esprime dubbi sulla capacità del sistema di supportare l’intero passaggio al digitale. Anelli evidenzia che, sebbene la digitalizzazione migliori l’efficienza delle trasmissioni, l’infrastruttura attuale non sembra ancora sufficientemente robusta. In alcune aree, infatti, le connessioni elettroniche sono deboli o assenti, il che complicherebbe l’accesso alle prescrizioni digitali per chi vive in queste zone.
Il passaggio alle ricette digitali potrebbe rappresentare un significativo miglioramento dell’assistenza sanitaria, rendendo le prescrizioni più accessibili e semplificando il lavoro degli operatori sanitari. Tuttavia, il sistema digitale richiede ancora diversi miglioramenti per garantire continuità e accessibilità del servizio, soprattutto per chi non ha dimestichezza con la tecnologia o vive in aree isolate. Resta quindi da vedere come le istituzioni affronteranno queste problematiche per assicurare che il nuovo sistema funzioni senza intoppi per tutti i cittadini.
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