A Roma chiude un altro cinema. Si tratta dello Stardust Village su via di Decima, un multisala che serviva un quadrante molto ampio della città: l’Eur e i quartieri di Torrino, Mostacciano e Spinaceto. La notizia è stata annunciata con un post social dai gestori della struttura: “A distanza di 22 anni, lo Stardust Village chiude temporaneamente in attesa che si pronunci il tar. Abbiamo passato momenti meravigliosi insieme a voi e al nostro staff, che ringraziamo di cuore. Grazie per aver sostenuto la nostra realtà. Ci mancherete molto. Ci piace sapere che abbiamo lasciato qualcosa e che lo Stardust resterà sempre un posto importante del quartiere”.
Il multisala era nato dall’assegnazione di un’area verde degradata ed era uno dei pochi progetti targati “punto verde qualità” che era andato a buon fine. L’operazione era nata durante la giunta Rutelli ed era proseguita con Veltroni ed Alemanno con lo scopo di concedere spazi comunali a determinate condizioni. Lo Stardust era stato assegnato l’11 luglio del 2001, spiega Today, tramite la società Parco Ruva Costruzioni srl che in quell’area si era impegnata a realizzare un cinema multisala, a mantenere un parco con un laghetto e a realizzare alcuni punti ristoro, ottenendo in cambio una concessione che sarebbe dovuta durare 30 anni.
Il concessionario, al pari di molti altri che avevano sottoscritto delle convenzioni nel programma dei punti verde qualità, era stato poi revocato. Allo Stardust Village la revoca era diventata esecutiva nel 2018: malgrado ciò però, i gestori del cinema era riusciti ad andare avanti fino ad ora. Il rischio concreto attuale è che il posto si degradi o peggio ancora che venga occupato come successo ad altre aree simili. Nel parco sorge poi un mercato contadino gestito dalla Coldiretti che, a quanto pare, potrà continuare ad operare.
L’assessore al patrimonio di Roma Capitale, Tobia Zevi, spiega perché è decaduta la concessione: “Siamo molto dispiaciuti che il territorio possa perdere un punto di luce di questa entità. Lo Stardust è stato sicuramente un punto di aggregazione importante per la comunità locale. Dalla verifica che ho effettuato risulta però che gli uffici abbiano agito correttamente perché, nel tempo, concessionari e locatari si sono resi responsabili di inadempienze e mancati pagamenti che non possono essere tollerati su una proprietà pubblica”.
C’è però la possibilità che l’area non venga abbandonata. A spiegarlo è Zevi stesso: “C’è una buona notizia che speriamo possa trasformarsi in un’opportunità. Alcuni investitori privati, la scorsa settimana, hanno proposto un ‘project financing’ per quell’area. Il mio impegno e quello del dipartimento patrimonio è di analizzare, nel più breve tempo possibile, questa ipotesi per comprendere se possa esservi un interesse pubblico e, quindi, nuova vita per questo impianto travagliato”.
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