Per ridurre i ritardi e i disagi dei treni, che negli ultimi mesi sono diventati evidenti e frequenti, il Ministero delle Infrastrutture vorrebbe ridurre le corse del 15%. L’ipotesi è arrivata a Salvini dal suo vice Edoardo Rixi e ora, dopo il caos del weekend, sembra diventare qualcosa di concreto.
Sabato, i treni ad alta velocità si sono fermati per ore a causa di un guasto alla linea sul nodo di Milano. Gli accertamenti hanno rivelato che a tagliare i cavi dell’alta tensione è stato il pantografo di un treno ad alta velocità. Per l’Ad delle Ferrovie, Stefano Donnarumma, questa informazione non basta: vuole andare più a fondo e capire se ci sono stati errori da parte di qualcuno. Per questa ragione ha aperto un’inchiesta interna. L’Ad gode della fiducia del Governo e qualche testa è pronta a saltare.
Salvini, invece, è sotto attacco dalle opposizioni, con Fratoianni che parla di guasti e ritardi avvenuti anche oggi nel silenzio del ministro. Come risposta alle accuse, il leader della Lega sta per cambiare molti dei dirigenti delle principali aziende pubbliche che si occupano di infrastrutture, trasporti e ferrovie. La scelta è in parte obbligata, perché alcuni di quegli incarichi sono già scaduti. In parte è invece una conseguenza dei tanti incidenti e contrattempi che hanno compromesso il traffico ferroviario.
Gli alleati, nel frattempo, provano a difenderlo. Anche se, specialmente da Fratelli d’Italia, in modo un po’ timido. Il Ministero, invece, dà la colpa ai governi passati: “Linee vecchie e mancati investimenti. Salvini sta risolvendo, nonostante i sindacati di sinistra”. Al di là del ruolo dei sindacati, è lo stesso Ministero dei Trasporti a spiegare che ci sono linee iper-utilizzate che accusano problemi di vecchiaia. Sulla rete Rfi, per rendere l’idea, viaggiano fino a 9mila treni al giorno. Ed ora, grazie al Pnrr, sono stati aperti 1200 cantieri con lo scopo di ammodernare le linee.