Un nuovo terremoto di magnitudo 4 sulla scala Richter è stato registrato questa mattina nel Mar Egeo, a circa 200 km a sud-est di Atene. Secondo l’Istituto geodinamico dell’Osservatorio nazionale di Atene, l’epicentro del sisma è stato localizzato 12 km a sud dell’isola di Amorgos, nell’arcipelago delle Cicladi. Durante la notte, la stessa area ha registrato altre tre scosse della stessa intensità.
Allarme per l’intensa attività sismica
L’agenzia greca Ana Mpa ha riportato che il Comitato per la gestione del rischio e delle crisi della National and Kapodistrian University (Nkua) ha evidenziato la presenza di un’anomala attività sismica. Secondo gli esperti, infatti, da giugno 2024 sono state registrate più di 2.500 scosse nell’area del complesso vulcanico di Santorini. Questa situazione potrebbe indicare una sequenza pre-sismica, ossia una serie di eventi che anticipano un terremoto di maggiore intensità.
L’appello del premier Mitsotakis
Di fronte all’allarme crescente, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha invitato i cittadini a mantenere la calma e a collaborare con le autorità. Ha descritto il fenomeno sismico come “estremamente complesso” e ha dichiarato: “Oggi siamo più ottimisti rispetto a ieri, ma non possiamo fare previsioni. È fondamentale seguire le indicazioni degli esperti e delle autorità.”
Santorini e le Cicladi sotto pressione
Nelle ultime 24 ore, l’area tra Santorini, Amorgos e Ios è stata colpita da oltre 550 scosse con magnitudo superiore a 3, la più forte delle quali ha raggiunto magnitudo 5. La prima di queste scosse è stata registrata alle 4:46 del mattino (ora italiana) con epicentro a 12 km di profondità. Un altro sisma di pari intensità si è verificato nel pomeriggio di martedì alle 14:04.
La paura ha spinto molte persone a lasciare Santorini: quasi 9.000 persone hanno già abbandonato l’isola, con oltre 6.000 evacuate via traghetto domenica. Due ulteriori traghetti sono partiti per il Pireo, mentre la compagnia aerea Aegean ha predisposto otto voli straordinari per Atene su richiesta del Ministero della Protezione Civile, permettendo l’evacuazione di circa 2.500-2.700 passeggeri.
Nonostante le lunghe code davanti alle agenzie di viaggio, la situazione sull’isola rimane sotto controllo e non si registrano scene di panico. Tuttavia, le scuole nelle quattro isole abitate coinvolte dallo sciame sismico sono state chiuse per precauzione.
Rischio frane e misure di sicurezza
L’Organizzazione per la Pianificazione e la Protezione Antisismica greca (Oasp) ha avvertito che l’attività sismica potrebbe protrarsi per settimane. La maggiore preoccupazione riguarda il rischio di frane a causa delle continue scosse: per questo motivo, l’accesso ad alcune spiagge è stato interdetto.
A Santorini sono già stati inviati reparti di emergenza e unità cinofile specializzate nella ricerca di superstiti sotto le macerie, nel caso in cui si verifichino crolli.
Il vulcano di Santorini e la grande eruzione del XVII secolo a.C.
L’attuale situazione sismica ha riportato alla memoria la devastante eruzione vulcanica che colpì Santorini tra il 1650 e il 1600 a.C., distruggendo gran parte dell’isola e causando il crollo della civiltà minoica nella vicina Creta. Secondo alcune teorie, questo evento potrebbe aver ispirato il racconto biblico delle dieci piaghe d’Egitto.
Il vulcano sottomarino Kolumbo, situato nei pressi di Santorini, è ancora attivo: la sua ultima eruzione risale a circa 75 anni fa. Tuttavia, gli esperti ritengono che l’attuale sciame sismico non sia collegato al vulcano, bensì a una serie di faglie sottomarine.
Le cause dello sciame sismico: il movimento delle placche
Secondo gli scienziati, i terremoti in questa zona sono il risultato della subduzione della placca africana sotto la microplacca egea, un processo geologico che avviene a una velocità di circa 1 cm all’anno.
In soli sette giorni, si sono verificati oltre 600 terremoti con magnitudo superiore a 2.0, tutti con epicentro in mare. Gli esperti stanno cercando di determinare se queste scosse siano semplici sciami sismici o il preludio di un evento più intenso.
Il sismologo Costas Papazachos dell’Università di Salonicco ha dichiarato: “Non esiste una tecnologia in grado di prevedere con certezza cosa accadrà. L’unica cosa che possiamo fare è monitorare attentamente la situazione.”
Gerasimos Papadopoulos, un altro esperto di sismologia, ha aggiunto che non si può escludere la possibilità di una scossa ancora più forte nei prossimi giorni.
Il ricordo del terremoto del 1956
Tra le faglie più importanti della regione vi è quella di Amorgos, che nel 1956 fu responsabile del più violento terremoto recente nell’area. Il 9 luglio di quell’anno, un sisma di magnitudo 7.8 colpì la zona, causando 53 morti, centinaia di feriti e oltre 3.200 edifici distrutti.
L’evento generò anche uno tsunami con onde alte oltre 20 metri, che colpirono le coste di Turchia e Israele. Gli esperti temono che una situazione simile possa ripetersi, motivo per cui il monitoraggio dell’attività sismica nell’arcipelago delle Cicladi resta di massima priorità.