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Sfrattato malgrado abbia un lavoro, non trova casa e muore di freddo nel garage in cui viveva

Lo avevano sfrattato perché non riusciva a pagare l’affitto, nonostante avesse un lavoro regolare, ma lui non si è arreso e per mesi ha cercato casa, pubblicando annunci sui social. Nessuno gli ha però risposto e lui non ha detto nulla a nessuno, né ha chiesto aiuto, forse vergognandosi della sua situazione.

Così, non gli è rimasto che andare a vivere e dormire in un garage. Qui, un 53enne originario di Santa Giustina in Colle, in provincia di Padova, è morto, forse stroncato dal freddo che potrebbe aver aggravato il problema cardiaco di cui soffriva.

Questo ennesimo dramma sociale, che racchiude in sé il problema degli affitti troppo alti e del cosiddetto “lavoro povero”, è accaduto a Treviso, una realtà comunque piccola che avrebbe dovuto offrire un’alternativa all’uomo, un lavoratore con uno stipendio. Troppo basso, però, per pagare l’affitto.

VIgili del Fuoco in azione
Sfrattato malgrado abbia un lavoro, non trova casa e muore di freddo nel garage in cui viveva (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

I Vigili del Fuoco, allertati da colleghi e conoscenti che non lo avevano visto nei luoghi da lui frequentati, lo hanno trovato nel garage. Marin era stato stroncato da un infarto mentre stava dormendo. Addosso aveva un pesante giubbotto e un berretto calcato in testa, tentativi evidenti di proteggersi dal freddo.

Il garage era scomodo e non riscaldato. Questo luogo è stato probabilmente decisivo nel provocare la crisi cardiaca, collegata forse anche a una patologia pregressa, che lo ha ucciso. Della sua situazione erano all’oscuro i familiari e i conoscenti più stretti, ai quali, forse per un senso di dignità, non aveva voluto far conoscere la sua condizione.

Le parole del sindaco di Treviso, Mario Conte

Il sindaco di Treviso, Mario Conte, parla di una storia “che fa riflettere, molto triste” e che si sarebbe potuta affrontare se l’uomo avesse trovato il coraggio di “rivolgersi a una comunità e a istituzioni che a Treviso sono pronte a tendere una mano. Può succedere a tutti di cadere in una condizione di difficoltà, ma è in questi casi che la nostra comunità deve confermarsi solidale. È importante che dei disagi si venga a conoscenza”.

 

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